«Infrastrutture e concorrenza – I punti deboli della nuova Fiera»
Le critiche al piano di rilancio.
Cisl: «Servono più opere».
Appe: «Rischiamo di non intercettare i flussi»
Sono state presentate le (tante) novità del nuovo quadrilatero fieristico della città. Una rivoluzione che farà della Fiera una città nella città con un albergo, uno spazio di ristorazione, padiglioni rinnovati e perfino un’Arena della musica e uno spazio permanente per gli “E-sports” (sport elettronici). Tuttavia via Tommaseo e dintorni si portano dietro da anni qualche criticità difficile da superare: la mancanza di infrastrutture. Basta una fiera riuscita (vedi l’ultima edizione di BeComics) o un concerto di successo (come Myss Keta che ha chiuso questa edizione del Pride Village) per mandare letteralmente in tilt il quartiere. Di fronte a manifestazioni che richiamano il grande pubblico si vede la carenza dei parcheggi, la viabilità va immediatamente in sofferenza e i nodi strutturali di questa parte di città vengono al pettine. E poi c’è la novità, la combinata albergo (al padiglione 11) e ristorazione (al padiglione 15), che mette di cattivo umore albergatori e ristoratori.
LA NECESSITà DI INFRASTRUTTURE
«Il sistema fieristico nazionale è purtroppo in perdita», commenta Francesca Pizzo, sindacalista della Cisl e membro del Consiglio camerale, «dunque rilanciare la Fiera significa anche – se non soprattutto – gettare le basi infrastrutturali del territorio. Avere una Ferrari e non sapere dove andarci, è come non averla. Al quartiere fieristico mancano infrastrutture indispensabili: la viabilità, i parcheggi, l’alta velocità, il tram, la mobilità verso gli hotel, non solo quelli cittadini ma anche quelli della provincia. Abano e Montegrotto dovrebbero essere dei supporti fondamentali, invece gli albergatori fanno fatica a decidere come gruppo unico. Appartengono per lo più a due associazioni di categoria e c’è troppa concorrenza al ribasso».
LA PARTE DI TORTA
Albergatori e ristoratori hanno espresso subito la loro posizione – critica – alla notizia che la Fiera sviluppasse al suo interno spazi per dormire e mangiare: «Ci hanno parlato del progetto come un’occasione», interviene Filippo Segato, segretario Appe (Associazione provinciale pubblici esercizi), «che avrebbe portato in città molte persone spalmate su tutto l’anno e con buona capacità di spesa. Così ci hanno fatto “digerire” anche i 5 milioni di indotto persi con il trasferimento di Auto e moto d’epoca. Poi scopriamo che i piani sono altri: con un albergo e un’area food dentro la Fiera, dov’è la nostra parte della torta? A questo punto che vendano anche i souvenir del Santo e di Giotto e hanno chiuso il cerchio. Siamo assolutamente contrari a queste novità e siamo convinti che per noi sarà impossibile intercettare il flusso di arrivi». Il sindaco Sergio Giordani ribatte punto su punto: «Tra sei-sette anni Padova sarà completamente rinnovata – sottolinea – Oggi si chiedono cose che stiamo già facendo: tram, alta velocità, ospedale, questura, stiamo migliorando la viabilità. Mi dicevano che la Fiera era una partita fallimentare e guardate adesso. Ci saranno occasioni per tutti».
Leggi l’articolo in pdf dal Mattino di Padova del 19.09.2022