Il Polesine punta sul digitale
Rovigo – Confindustria ha visto accolta la proposta di destinare i fondi alla digitalizzazione di Comuni e distretti produttivi.
I grandi assenti sono i Comuni. Ci sono 10 milioni a disposizione per il Polesine, derivanti dai Patti yerritoriali degli anni 90 e rimasti inutilizzati. Bisogna decidere e in fretta su quale progetto presentare al bando che scadrà a metà febbraio, ma i sindaci non si sono presentati al Tavolo dello sviluppo convocato, dopo ben 12 anni di inattività, per approvare un’idea di massima. Un’assenza che forse era giustificata da altri impegni istituzionali, ma che è emblematica di un caos politico che si è consumato in questi giorni proprio per la presentazione delle liste per le elezioni provinciali.
Alla riunione convocata dal presidente pro tempore della Provincia Antonio Laruccia, prima del Tavolo dello sviluppo, si sono presentate solo sei amministrazioni: Villanova del Ghebbo, Stienta, Occhiobello, Ceneselli, Melara e Bosaro. Nemmeno il sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo si è visto, proprio lui che aveva proposto di utilizzare quei fondi come meccanismo di leva finanziaria da attivare con gli istituti bancari per l’industria 4.0 e che al Tavolo avrebbe potuto avvalorare questa sua idea. «Avevo altri impegni e non avevo nessuno che mi sostituisse – è stata la sua giustificazione – ma se al tavolo hanno partecipato in pochi, dopo un decennio che non veniva convocato, è evidente che qualcosa nella gestione della Provincia in questi anni non ha funzionato».
LE SCELTE Al di là delle ragioni, la sua assenza non è passata inosservata, così come il disinteresse delle altre amministrazioni. La riunione, comunque, è stata ugualmente proficua, approvando le linee guida presentate da Confindustria di destinare il 70% dei fondi alla digitalizzazione dei Comuni e il 30% a favore di progetti di innovazione tecnologica per i distretti della giostra e della pesca. «Ho convocato i sindaci per una mia sensibilità istituzionale – sottolinea il presidente della Provincia Antonio Laruccia – nella prima riunione mi sembrava avesse prevalso il progetto Gaffeo, ma è evidente che quello sulla digitalizzazione interessa molto le amministrazioni pubbliche che nel nostro territorio sono frastagliate e spesso con mezzi tecnologici inadeguati».
Soddisfatta Confindustria di Venezia e Rovigo, «anche se siamo rimasti spiazzati dalle assenze – ha ammesso il vicepresidente Paolo Armenio – ci sono problemi politici che non ci riguardano, ma la litigiosità non aiuta la crescita del nostro territorio, soprattutto perché ora abbiamo bisogno di condivisione su opportunità strategiche quali anche il Pnrr e la Zls».
LE CRITICHE Le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil sono d’accordo nell’affermare la necessità di riprendere l’attivazione di uno strumento utile, quale il Tavolo per lo sviluppo, a favorire una possibile programmazione concertata e condivisa, «una sorta di incubatore di idee – ha evidenziato Pieralberto Colombo, segretario Cgil – al quale dobbiamo dare continuità. L’aspetto preoccupante, però, erano le assenze, soprattutto perché l’80% dei nostri Comuni ha una popolazione inferiore ai tremila abitanti ed è strategico fare rete». E se anche Fabio Osti, segretario della Uil, si è detto «deluso per il poco interesse che denota una scarsa volontà di unire le forze e le idee per il bene comune», il pari grado della Cisl Samuel Scavazzin ha ribadito che «se questo è il clima, rischiamo di essere fagocitati dalla Bassa Veronese, Padovana o Ferrarese perché più efficienti nella programmazione e utilizzo dei fondi. Diventeremo il dormitorio del Veneto».
Ora, però, il duro lavoro lo dovrà fare As2. «In tempi record dovremo redigere il bando – ha spiegato la presidente Caterina Furfari – e garantire il supporto tecnico per i progetti da presentare. Sulla digitalizzazione abbiamo le competenze necessarie, sarà una bella sfida e siamo pronti a coglierla».