La ripartenza. Bar, ristoranti e hotel: crescono le assunzioni.

PADOVA – Antonio ha ventinove anni, un grembiule nuovo di zecca e un contratto da aiuto-cuoco in centro storico. Marina è appena diventata maggiorenne, studierà psicologia all’università e si mantiene facendo la cameriera all’Arcella. Elisa di anni ne ha quaranta, in pieno lockdown era rimasta disoccupata ma ora sorride alla reception del suo albergo termale. Antonio, Marina, Elisa: tre esempi tra le quasi cinquantamila persone assunte negli ultimi otto mesi in provincia di Padova. Gli ultimi dati dell’ente Veneto Lavoro prendono in esame il periodo gennaio-agosto e dicono che i nuovi contratti stipulati nel Padovano sono settemila in più rispetto ad un anno fa. I numeri del 2019 sono ancora lontani, ma intanto la ripartenza è evidente. A spingere il mercato del lavoro sono soprattutto alberghi, bar e ristoranti.
I NUMERI
Nei primi otto mesi di quest’anno le assunzioni sono state 48.815 con un saldo di +3.714 rispetto ai contratti terminati. L’anno scorso erano state 41.862 e il saldo era stato negativo: -1.363. Nel 2019, prima della pandemia, erano state registrate 54.480 assunzioni con un saldo di +3.320. A crescere nell’ultimo anno è stato soprattutto il comparto turistico-ristorativo grazie al ritorno dei clienti dopo un anno da incubo. Veneto Lavoro, braccio operativo della Regione, analizza anche le tipologie dei contratti: il tempo indeterminato cresce del 2%, l’apprendistato del 3% e il tempo determinato del 6%.
I PUBBLICI ESERCIZI
Il primo a commentare questo panorama è Filippo Segato, segretario dell’associazione dei pubblici esercizi Appe: «Il nostro settore ha ripreso un importante volume d’affari, soprattutto quelle attività dotate di ampi spazi esterni. Di conseguenze sono aumentate anche le assunzioni. Sono tremila i lavoratori assunti negli ultimi quattro mesi in provincia di Padova. Si va dal lavapiatti al cuoco, dal pizzaiolo al cameriere e al responsabile di sala. Sono figure ricercate perché nell’ultimo anno e mezzo molti sono fuoriusciti da questo settore e ora si fa fatica a trovare persone che abbiano voglia e competenze. A fronte di tremila assunzioni già effettuate ci sono ancora centinaia se non migliaia di posti di lavoro vacanti».
Le difficoltà a trovare personale, evidenziate nei giorni scorsi anche da Confesercenti, sono dovute secondo l’Appe a tre motivi. Il primo: «Stipendi ritenuti inadeguati, a causa del cuneo fiscale che penalizza le aziende». Il secondo: «Si tratta di lavori faticosi che impegnano le sere e i giorni festivi». Il terzo: «Servono qualifiche, spesso si presentano persone piene di entusiasmo ma non adeguatamente formate».
LE TERME
Marco Gottardo, direttore di Federalberghi Terme Abano Montegrotto e presidente dell’ente bilaterale del turismo provinciale, conosce bene la situazione soprattutto nel comparto termale: «Le aziende che avevano contratti a tempo indeterminato e che avevano quindi diversi dipendenti in cassa integrazione non hanno avuto grossi problemi a reintegrarli e ripartire – spiega – Chi invece aveva soprattutto lavoratori stagionali ha dovuto andare nuovamente a potenziare l’organico trovando però molte difficoltà nel gestire i picchi di clientela come a Ferragosto. Tante persone che lavoravano qui si sono spostate sul litorale oppure sono passate in altri campi come logistica, trasporti o magazzinaggio. Continua ad esserci una carenza di professionalità soprattutto nei settori della sala e della cucina, ma stiamo lavorando con le organizzazione sindacali per creare situazioni di welfare che agevolino i nuovi ingressi».
I SINDACATI
Eccoli, dunque, i sindacati. Per Samuel Scavazzin, segretario generale della Cisl padovana, «i dati sulle assunzioni sono positivi ma non possiamo assolutamente cantare vittoria. Dobbiamo creare basi solide per il futuro, affinché questi numeri non siano solo un fuoco di paglia. Dobbiamo usare al meglio i soldi del Pnrr per fare investimenti che rendano strutturale la crescita del tessuto padovano». Aldo Marturano, segretario generale della Cgil, legge i numeri e poi scrive: «L’aumento di assunzioni riguarda in particolare il turismo ma non si tratta di una ripresa strutturale. Lo conferma il fatto che ancora una volta le assunzioni sono quasi tutte precarie, a tempo determinato. Resta un problema di disoccupazione e soprattutto di inattività (chi un lavoro non lo cerca più) che riguarda prevalentemente le donne e i giovani. In autunno la situazione può peggiorare a causa dello sblocco dei licenziamenti nei settori più fragili. Penso a commercio, turismo e servizi, ma anche artigianato, cooperative e tutto ciò che non è grande industria. Noi siamo per prorogare il blocco».