Ripresa, Lavoro e Rispetto delle Regole
Dal Gazzettino di Rovigo del 09.07.2021
OCCUPAZIONE La frenesia per la ripresa economica non deve farci perdere di vista la direzione che vogliamo imprimere a questa fase delicatissima per il nostro sistema produttivo. A fronte delle più rosee previsioni sull’aumento del Pil e di diversi altri indicatori in salita, si moltiplicano le statistiche diffuse dalle associazioni di categoria su figure professionali introvabili e carenze di personale, mentre aumenta l’allarme dei lavoratori per lo scadere del blocco dei licenziamenti, che abbiamo chiesto di prorogare e che consente al saldo occupazionale di rimanere positivo (l’intervento è stato scritto prima della proroga avvenuta, ndr).
DONNE E GIOVANI Se analizziamo i dati sulla crescita dell’occupazione in Veneto, vediamo che aumentano soprattutto i contratti a tempo determinato, quelli che nell’ultimo anno e mezzo hanno subito il contraccolpo più pesante, in particolare per le donne la cui occupazione è calata del 32% rispetto al 2019, contro il -25% degli uomini e i giovani. A maggio, dopo i primi mesi di flessione costante, il lavoro intermittente, diffuso nei settori più penalizzati, ha fatto registrare un aumento del 67%. E anche il lavoro somministrato, nonostante sfugga alle statistiche più aggiornate, segna un progressivo aumento.
Per consolidare la ripresa è necessario invece indirizzarla verso prodotti e servizi di qualità, che non possono che essere frutto di un salto di qualità anche sotto il profilo dell’occupazione. Occorre definire gli strumenti adeguati per tutelare i diritti dei lavoratori soprattutto nei settori che per il nostro territorio sono di vitale importanza come il turismo, contrassegnato da una forte irregolarità contrattuale, l’agricoltura e la logistica, dove si annida lo sfruttamento più selvaggio.
DATO ALLARMANTE Ci ha allarmato, ma purtroppo non stupito, la recente indagine della Cgia di Mestre che ha rivelato una percentuale del 37,5% di Contratti collettivi nazionali di lavoro siglati da associazioni datoriali e organizzazioni sindacali non riconosciute dal Cnel: ben 351 su 935. Sono accordi che le aziende sottoscrivono con sindacati privi di rappresentanza per abbassare i livelli salariali, la legalità e il rispetto delle norme di sicurezza. Non a caso, il settore dove si registra il maggiore ricorso ai contratti pirata, pari ben al 50%, è l’edilizia, lo stesso che vanta anche il triste primato della più alta percentuale di incidenti gravi sul lavoro.
Questo conferma l’importanza, anche strategica, del sindacato nel consolidamento della ripresa economica. E’ inutile e controproducente pensare di affidare la regolazione dei rapporti di lavoro ad una legge del Parlamento. Autonomia e contrattazione sono i fondamenti della Cisl ed è basandoci su questi principi che intendiamo affermare il valore della rappresentanza sindacale e far rispettare le regole e gli accordi che abbiamo sottoscritto in questi anni. Gli strumenti per sanzionale le imprese che non rispettano i Contratti collettivi nazionali di lavoro ci sono e devono essere applicati. Per il bene di tutta la collettività e delle imprese che lavorano correttamente».
Samuel Scavazzin
Segretario Generale
Cisl Padova Rovigo