27 gennaio 2020: Giorno della Memoria

Nel settantacinquesimo anniversario dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, anche l’Ust Cisl Padova Rovigo intende rendere omaggio alle vittime della Shoah, come atto dovuto verso la creazione di un mondo basato sulla convivenza pacifica tra persone diverse e sul rispetto dei diritti di ognuno. Come sindacato siamo per natura incompatibili con ogni principio di discriminazione e intolleranza, per etnia, religione, convinzioni o altro, e siamo anche chiamati ad una maggiore responsabilità nei confronti delle giovani generazioni, perché affermino, nel futuro del quale saranno protagoniste, i valori della solidarietà, della convivenza civile, del rispetto di ogni persona, della sua dignità e libertà. Sono i valori sui quali si fonda la nostra Costituzione, che deve rappresentare un punto fermo nella formazione dei cittadini, fin dai banchi di scuola.
Gli episodi che possono far temere una recrudescenza razzista confermano che l’educazione e la conoscenza della storia sono il migliore antidoto all’odio. In questo sta proprio il significato della Memoria, uno dei più grandi valori della civiltà ebraica, che dà il senso della coralità di tutti gli uomini, qualcosa da non relegare nel passato, ma eternamente presente in ciò che ha valore. Anche per questo, il Giorno della Memoria deve essere un monito per il futuro, che si basi sulla comprensione di quanto è accaduto. E questo in modo particolare per il nostro Paese, macchiatosi dell’onta delle leggi razziali. Una macchia che ha prodotto i suoi orribili frutti anche in Veneto, dove sono stati creati campi di concentramento come quello di Vò, nel padovano, e da dove sono partiti migliaia di deportati.
Pochi i sopravvissuti. Quello che è necessario spiegare ai ragazzi, è che i milioni di morti della Shoah hanno contribuito a salvare la nostra libertà, pagando per un mondo più giusto, del quale noi siamo ora i custodi. Nel nostro tempo segnato da profondi conflitti, cogliamo questa occasione per affermare l’importanza dell’inclusione a tutti i livelli, come fondamento di ogni pacifica convivenza. L’immane tragedia che oggi ricordiamo, ci insegna che gli interessi della maggioranza non corrispondono mai alla negazione del diverso e che questa visione distorta della storia ha dato luogo ai momenti più bui dell’umanità. Come ha detto il premio Nobel per la pace Elie Wiesel, sopravvissuto all’Olocausto, “Il genere umano deve ricordare che la pace non è il dono di Dio alle sue creature; la pace è il dono che ci facciamo gli uni con gli altri”.

Il Segretario Generale Samuel Scavazzin