Le donne e le sfide per il futuro: tra digitalizzazione e globalizzazione – 28.06.19 Padova
La disparità di genere è un fenomeno che interessa ancora oggi diversi ambiti del mondo del lavoro. Il cammino verso la piena attuazione del principio di pari opportunità, sancito dalla Costituzione, è ancora lungo e interessa soprattutto la formazione al femminile, in particolare per colmare il gap relativo alle competenze Stem. Per accorciare questa distanza la Cisl, insieme all’Isre (Istituto Superiore Internazionale Salesiano di Ricerca Educativa) e all’Anapia Regionale del Veneto ha promosso il progetto EWEA – Empowering Woman Equality Actions. In questo ambito si è svolto stamattina nel Fab Lab Paradigma di viale dell’Industria, a Padova il convegno “Le donne e le sfide per il futuro. Tra digitalizzazione e globalizzazione”.
L’incontro è stato introdotto dal saluto di Dino Vincoletto, ingegnere elettronico co-fondatore e responsabile del Fab Lab, che ha sottolineato l’importanza di promuovere con iniziative concrete l’innovazione rivolta alle start-up e alle piccole e medie imprese soprattutto in un tessuto economico come quello del Nordest.
“Di sfide – ha detto Francesca Pizzo, del coordinamento Donne della Cisl Padova Rovigo – ce ne aspettano tante, anche sotto il profilo della conciliazione, che ci permette di sognare in grande, ma anche di fare delle scelte. Si calcola che per arrivare a un vero equilibrio nei carichi di cura e nella formazione serviranno 70 anni. Per arrivare a quel traguardo – ha concluso Pizzo – le donne non hanno bisogno di fare le vittime, ma di coraggio e di fare rete”.
Per Valeria Cittadin, del coordinamento Donne della Cisl Veneto, “tra i gap da colmare per arrivare a una vera parità c’è quello delle competenze digitali. Se vogliamo arrivare tra 70 anni a una condizione di vera parità anche sotto il profilo del lavoro, dobbiamo accorciare questa distanza”.
Lorenza Leonardi, dello Ial Cisl e Anapia Regionale, ha illustrato quindi gli obiettivi del progetto Ewea e introdotto gli interventi di Mario Bolzan, professore di Statistica Sociale all’Università di Padova e di suor Francesca Fiorese, direttrice della pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Padova. Bolzan ha tracciato un quadro molto vivace della famiglia nell’epoca digitale, dove il 70% del carico ricade ancora pesantemente sulle spalle della donna, anche quando lavora. L’evoluzione di questo scenario, secondo il professore, è strettamente legato a quella delle relazioni e all’importanza che sapremo attribuire loro.
Toccante l’intervento di suor Francesca Forese, che ha messo in guardia dal pericolo di fraintendere il ruolo della tecnologia. “La tipologia della connessione – ha detto – è definita dalla cultura più che dalla tecnologia. Non credo sia una vittoria usufruire di una tecnologia che mi renda sempre più efficiente. Le risorse del web devono aiutare a liberare lo spazio per relazioni di prossimità. La donna – ha aggiunto – porta inciso nel suo ciclo naturale il marchio del limite. Ignorarlo vorrebbe dire disumanizzarsi”.
L’incontro è stato concluso da due testimonianze. Chiara Cattani, presidente del Coordinamento Pari Opportunità Interprofessionale di Padova, ha ripercorso il suo impegno per promuovere le politiche di pari opportunità all’interno di tutti gli ordini professionali e ha messo l’accento sull’importanza di fare rete, più volte sottolineata nel corso dell’incontro. “C’è bisogno – ha detto – di più solidarietà tra noi e di maggiori risposte da parte della politica in termini di servizi”. Alessia De Gasperi, che gestisce uno studio fotografico, ha quindi descritto le difficoltà e le grandi soddisfazioni che un freelance incontra nel mondo del lavoro, sottolineando la necessità di un costante aggiornamento e le potenzialità del web per rispondere a questa esigenza.