25 novembre 2018: Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Intervento di Francesca Pizzo, Ust Cisl Padova Rovigo

Parlarne è importante, perché fa sentire le vittime meno sole, ma non basta. Per contrastare le violenza sulle donne serve un profondo cambiamento culturale che investa le nostre comunità e chiama in causa il sindacato, in difesa della qualità del lavoro e quindi della dignità. La giornata mondiale istituita dall’Onu è un’occasione importante per informare e fare luce su quanto si potrebbe fare, nell’immediato e in futuro, per contrastare la violenza di genere. Le dimensioni di questo fenomeno, in Italia, sono ancora impressionanti. I dati diffusi dall’Istat pochi mesi fa confermano che sono diminuiti gli omicidi, ma sono aumentate le percentuali dei casi in cui le vittime sono donne. Ed è solo la punta di un iceberg. La violenza di genere comprende, secondo la convenzione di Istanbul, tutti quegli atti che provocano o possono provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata. Quelli che dobbiamo intercettare sono i casi che non vengono denunciati, come i ricatti sul lavoro che spesso passano sotto silenzio per la paura di perdere il posto o di subire ritorsioni. Le organizzazioni sindacali sono impegnate nel contrasto di questo fenomeno e nella ricerca di strumenti raffinati per combatterlo. La Cisl da anni promuove, nell’ambito della contrattazione collettiva e territoriale, iniziative contro la violenza di genere nei luoghi di lavoro. Molto si può fare e si sta già facendo con la contrattazione di secondo livello. Numerose aziende ed enti hanno già recepito l’accordo sottoscritto nel 2016 con Confindustria contro le molestie e la violenza nei luoghi di lavoro, per promuovere la cultura del rispetto. Accordo al quale le tre organizzazioni sindacali insieme, hanno dedicato questa giornata. Per garantire maggiore equilibrio nella gestione della famiglia va prorogato il congedo obbligatorio di paternità, la cui sperimentazione scade a fine anno e che rischia invece di sparire. Non va nella direzione di un rispetto della parità di genere il disegno di legge sull’affido condiviso, che non tiene conto dell’impari capacità economica delle donne, dovuta a contratti part-time o ad un gap salariale oggetto di numerose nostre azioni rivendicative anche a livello europeo. Il rischio è che siano sempre di più le donne che evitano di separarsi per non ritrovarsi in difficoltà. L’attuale organizzazione del lavoro impedisce di progettare il futuro soprattutto alle donne, a volte impedendo loro di rendersi pienamente autonome, per cui diventa fondamentale per noi come organizzazione sindacale creare le condizioni per una migliore qualità dell’occupazione, per sottrarre le donne al pericolo di ricatti sessuali, di violenza psicologica o economica e tutelare il loro diritto di denunciare. Contro la violenza di genere, la valorizzazione sociale della professionalità e del capitale umano femminile è l’arma principale.

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