Femminicidio di Giada Zanola – Ora basta alla mattanza: si investa nell’educare alla parità fin da piccoli

L’APPELLO

“Non basta piangere e condannare, servono fatti”. Lo gridano a gran voce le sezioni locali dei sindacati CGIL CISL  e UIL, ma anche l’associazione provinciale pubblici esercizi (Appe) a fronte dell’omicidio di Giada Zanola. Un corale appello all’azione, ma anche l’invocazione di azioni concrete.

I SINDACATI

“Urge un cambiamento culturale: servono anni per cambiare la cultura di un paese, ma se mai si comincia, mai si arriva. – esordiscono in una nota congiunta Marianna Cestaro (Cgil Padova), Stefania Botton (Cisl Padova Rovigo) e Paola Pomarico (Uil Veneto) – Parliamo di femminicidio e non di omicidio perché la dinamica di un uomo che ammazza una donna che sfugge al suo controllo è una dinamica specifica, non un fatto isolato e neanche un raptus di follia come spesso, ancora oggi, sentiamo dire.

Il femminicidio e in generale la violenza di genere e le discriminazioni hanno a che fare con la struttura di potere, una costruzione culturale solida e radicata nella società patriarcale. Siamo inseriti tutti in questa cultura e spesso le narrazioni di queste tragedie grondano pregiudizi che contribuiscono a discolpare l’autore del reato e a colpevolizzare invece le vittime. Come Cgil Cisl e Uil siamo impegnate unitariamente da anni per decostruire questa narrazione e puntare sulla reale natura della violenza delle donne, ossia sul potere e sul privilegio maschile. I dati sono aberranti: nel padovano quest’anno ci sono stati due femminicidi, cui si aggiunge quello di Giulia Cecchettin.”

“È innegabile che le responsabilità politiche ci sono tutte: stiamo assistendo ad una mattanza di donne ed è inaccettabile il silenzio assordante delle istituzioni. – proseguono – Si investano fondi adeguati nel sistema scolastico per permettere a tutti i bambini di frequentare comunità educanti inclusive che fin da piccoli educhino alla parità. Ma per fare questo serve più welfare pubblico, più servizi che liberino le donne dal lavoro di cura gratuito e portino realizzati a prescindere dalla famiglia, con una reale autonomia economica. È necessario che l’educazione all’affettività diventi materia obbligatoria a scuola e che il confronto sia costante. Bisogna sostenere i centri antiviolenza con fondi strutturali e non lasciarli in balia di finanziamenti annuali.”

“È disarmante sentirsi così inutili di fronte a queste morti ingiuste che coinvolgono le donne. – ha aggiunto Roberto Toigo, segretario generale di Uil Veneto – Continuiamo la nostra lotta silenziosa ma costante contro i femminicidi anche grazie ai nostri uffici dedicati a stalking e mobbing e non smetteremo mai di promuovere la cultura della vita e del rispetto verso le donne e la parità di genere.”