Locali e laboratori, la Finanza scopre 40 lavoratori in nero
CISL: «TANTI NON HANNO CAPITO L’IMPORTANZA DI RISPETTARE LE REGOLE»
L’INDAGINE
PADOVA Li hanno trovati anche nei bar e nei locali delle Piazze e al Portello, lì dove la movida cittadina impone ritmi serrati soprattutto in vista dell’estate.
Di fatto i militari della Guardia di finanza di Padova sono andati a colpo sicuro e dopo settimane di indagini sotto traccia, il blitz è scattato l’altro giorno: in due locali nella zona delle Piazze il Gruppo di Padova ha scoperto 3 lavoratori in nero, altri due non contrattualizzati li hanno trovati in altrettanti locali in via Belzoni. Locali che adesso sono stati tutti multati mentre uno di questi, al Portello, è stato chiuso perché il 10% dei camerieri a lavoro non aveva un contratto regolare.
IL BILANCIO
Come al locale padovano e sempre per aver schierato più del 10% di lavoratori tra il bancone e i tavoli dei clienti è stata sospesa l’attività anche ad altri nove tra bar e ristornati di tutta la provincia, dalla Bassa all’Alta Padovana. Perché l’operazione di setaccio messa in campo dal comando provinciale delle Fiamme gialle, con l’obiettivo di mettere un freno al lavoro non in regola, ha avuto un’eco ben più ampio del perimetro delle mura Cinquecentesche.
A conti fatti la Finanza della città del Santo ha individuato 56 lavoratori con forme di contratti non a norma: 40 del tutto sconosciuti al Fisco e 16 irregolari.
Tra la città e la provincia, i controlli a tappeto nei bar, nei ristoranti, nelle aziende del tessile e nelle attività di servizi alla persona hanno permesso di segnalare all’Ispettorato territoriale del lavoro una serie di violazioni le cui sanzioni amministrative sono ricomprese, complessivamente, tra un minimo di 215mila euro circa e un massimo di oltre 1 milione di euro.
Scendendo nel dettaglio, i finanzieri del Gruppo di Padova hanno controllato diverse attività commerciali, soprattutto nel settore dei bar, dell’intrattenimento e della ristorazione. Il lavoro delle Fiamme gialle all’esito dei quali sono stati identificati 19 lavoratori in nero, di cui 2 privi del permesso di soggiorno, impiegati in assenza della preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro, e 14 lavoratori irregolari, assunti in forza di un contratto di lavoro “a chiamata” senza la preventiva comunicazione di inizio della prestazione lavorativa a cura del datore di lavoro.
IL SETACCIO
Oltre a Padova i finanzieri hanno controllato attività produttive a Noventa Padovana, Vigonza, Selvazzano Dentro, Limena, Abano, Ospedaletto Euganeo, Borgo Veneto, Camposampiero, Massanzago e Curtarolo.
Nella Bassa Padovana dov’è stata verificata la situazione contrattuale di impiegati nei bar e nella ristorazione, ma anche nel tessile e nei servizi alla persona i militari della Compagnia di Piove di Sacco hanno individuato 11 lavoratori in nero. Altri 6 li ha scoperti la Compagnia di Este. Nell’Alta Padovana, invece, la Compagnia di Cittadella ha intensificato i controlli nei confronti di soggetti economici attivi nel settore della somministrazione di alimenti e bevande, identificando 4 lavoratori in nero e 2 collaboratori familiari irregolari, sprovvisti di una propria posizione assicurativa.
IL NAS
Al lavoro delle Fiamme gialle si è aggiunto anche quello dei carabinieri del Nas che nelle ultime due settimane hanno messo a segno una quindicina di controlli nei locali del centro storico e della provincia alla ricerca di irregolarità igienico sanitarie e mancato rispetto del protocollo sulla conservazione dei cibi da servire ai clienti.
Ed è così che i militari del Nucleo Antisofisticazioni hanno sequestrato quasi 30 chili di carni e verdure senza etichetta e senza possibilità di tracciamento, conservate nei frigoriferi di un bar e di un ristorante del centro storico della città. Nei confronti di questi locali che hanno provato a giustificarsi dicendo di aver acquistato merce a chilometro zero (ma senza presentare alcuna bolla ai carabinieri) sono scattate multe che, sommate a quelle staccate a chi aveva commesso altre violazioni in materia sanitaria, hanno portato ad una somma complessiva di circa 8mila euro di multe.
I sindacati: «Ben vengano queste verifiche, mancano pure le tutele assicurative»
«È sconcertante». Il primo commento all’operazione delle Fiamme gialle lo diffonde la Uil e sono parole di dura condanna. «Grazie al prezioso e instancabile lavoro della Guardia di Finanza sono state scoperte gravi irregolarità nel mondo del lavoro a Padova, sottolineano il segretario generale della Uil Veneto Roberto Toigo e il coordinatore padovano Massimo Zanetti . È sconcertante apprendere notizie di questo tipo quando qualche giorno fa eravamo in piazza a manifestare per la sicurezza sul lavoro, che sappiamo essere fondamentale per ridurre i rischi di incidenti anche mortali. Non ci arrendiamo e continueremo ad impegnarci per sensibilizzare alla cultura della sicurezza che è ormai intrinseca alla cultura della vita».
L’IMPEGNO
«Non ci fermeremo e faremo il massimo sforzo per far sentire la nostra voce nelle fabbriche, nei cantieri, in ogni luogo in cui si svolge un lavoro, ma anche nelle piazze tra le persone, tra i giovani, tra le donne e gli anziani insistono i due vertici della Uil . Bisogna essere uniti per una società giusta in cui la legalità e quindi la sicurezza primeggino».
IL FENOMENO
Parole in linea con quelle di Samuel Scavazzin, segretario generale della Cisl Padova Rovigo. «Questa importante operazione della Guardia di finanza dimostra quanto ci sia ancora da fare nel nostro territorio per sradicare il fenomeno del lavoro nero e delle persone straniere irregolari. È positivo che ci siano i controlli aiutando così tutti quegli imprenditori che in maniera onesta rispettano i contratti collettivi nazionali di riferimento e i regolamenti per i cittadini stranieri».
LA RIFLESSIONE
Per Scavazzin «i dipendenti italiani trovati probabilmente ancora non hanno capito quanto sia importante lavorare con contratti in regola perché poi potranno avere i contributi per la pensione ed eventuali assicurazioni in caso di infortunio, per non parlare della vasta possibilità di prestazioni che hanno dalla bilateralità. In questo periodo poi non vale la pena avere dei contanti se non per le spese immediate».
C’è infine un’ultima riflessione: «I lavoratori stranieri sono quelli più deboli e manovrabili, e per questo sono necessarie delle formazioni specifiche per tutti affinché abbiano la consapevolezza di come si lavora in Italia in regola e rispettando le leggi. Al netto di presenza di caporalato che porta il tutto sul piano penale, ma non pare siano i casi riscontrati dai controlli».
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