I lavoratori pronti a gestire le loro imprese

La legge Marcora ha contribuito a finanziare 585 imprese in tutta Italia, per la maggior parte destinate altrimenti al fallimento, e ha salvato oltre 25mila posti di lavoro.

ROVIGO – Di fronte ai cambiamenti del mondo del lavoro e in uno scenario incerto come quello attuale, i lavoratori italiani hanno spesso dimostrato coraggio e determinazione. Tra le espressioni di questa capacità, c’è l’accelerazione subita da un fenomeno fino a tre anni fa considerato di nicchia come il workers buyout, ovvero le imprese in crisi che i lavoratori rilevano per rilanciarle. E’ utile ricordare l’origine e lo sviluppo di questo modello, fin dall’approvazione della legge Marcora, avvenuta nell’85 dopo la scomparsa del suo promotore per lanciare un messaggio chiaro: lo Stato è al fianco dei lavoratori che vogliono assumersi la responsabilità di far ripartire la loro azienda. Il modello individuato è quello societario cooperativo, che coniuga responsabilità individuale e democrazia economica.

Da allora la legge Marcora ha contribuito a finanziare 585 imprese in tutta Italia, per la maggior parte destinate altrimenti al fallimento, e ha salvato oltre 25mila posti di lavoro. Nel triennio dal 2019 al 2021 gli interventi sono stati 115, per 32 milioni di euro, 62% dei quali per interventi di workers buyout. Nel 2022 il valore degli interventi finanziati è aumentato del 46% rispetto al 2021 e il Veneto è la seconda regione italiana per volume di investimenti, con il 23% delle risorse. Lo affermano i dati del Cfi (Cooperazione Finanza Impresa), la finanziaria partecipata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy che gestisce i fondi per promuovere la nascita e lo sviluppo di imprese cooperative e di cooperative sociali. 

Nel nostro territorio abbiamo degli esempi virtuosi di questo modello, con storie e sviluppi differenti. In queste esperienze, il sindacato gioca un ruolo fondamentale, non solo per incoraggiare i lavoratori ad assumersi la responsabilità di gestire la loro azienda, ma anche per sostenerli nel difficile compito di mantenere queste realtà sul mercato, affermandone il valore sociale, a vantaggio dei lavoratori e del territorio. 

Per questo nel 2021 Cgil, Cisl e Uil hanno stipulato un accordo con Agci, Confcooperative e Legacoop per la promozione e lo sviluppo del modello cooperativo. In seguito a quell’accordo, è stato recentemente avviato un sondaggio per conoscere le esperienze di workers buyout nelle diverse regioni e categorie. I risultati ci indicheranno la direzione da prendere in questo percorso ricco di potenzialità, in una fase di trasformazioni economiche e sociali in rapida evoluzione. Su questo percorso potrà incidere positivamente anche la riflessione sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende avviata dalla Cisl con la proposta di legge di iniziativa popolare su questo tema, in particolare per due delle modalità previste dalla proposta: la partecipazione gestionale, che prevede l’ingresso dei lavoratori nei consigli di sorveglianza e di amministrazione delle aziende, e la partecipazione organizzativa, grazie alla quale i lavoratori potranno contribuire alle politiche per l’innovazione e all’efficientamento dei processi produttivi.