Rovigo abbraccia il festival di Amnesty
«A 25 anni dalla nascita di Voci per la libertà siamo orgogliosi di averlo portato a Rovigo e di aver affiancato al festival musicale di Anmesty International una “Settimana dei diritti umani” ricca di appuntamenti».
Con queste parole dal palco di piazza Vittorio Emanuele l’assessore del Comune di Rovigo Giorgia Businaro ha dato il via venerdì sera a “Voci per la liberà”, per la prima volta nel capoluogo dopo gli esordi a Villadose e gli anni (fino al 2022) a Rosolina Mare. Accanto a lei la presentatrice Carmen Formenton ha alternato i quattro gruppi semifinalisti del concorso per musicisti emergenti e la Banda Rulli Frulli agli ospiti di associazioni ed enti che hanno reso possibile far diventare Rovigo capitale di diritti umani.
Fra di loro il segretario della Cisl Samuel Scavazzin ha ricordato le battaglie «fatte da e con Amnesty per Patrick Zaki dal primo giorno della sua ingiusta carcerazione in Egitto. Il fatto che sia stato liberato proprio nei giorni del festival è un segno del destino». Zaki avrebbe potuto essere l’ospite a sorpresa di Voci per la libertà, se la sua partenza dall’Egitto per l’Italia non fosse stata rimandata.
Sul fronte della musica le prime quattro proposte Buva, Cenere, Pankhurst e Da Quagga sono state interessanti. In particolare quest’ultima band, veronese, hanno colpito per l’abbinamento nei testi fra i morti italiani nelle miniere di carbone del Belgio, negli anni 50/60, e quelli odierni nel miniere del Congo, per estrarre il materiale indispensabile a realizzare gli smartphone. Ieri sera gli altri 4 artisti in gara. Stasera la finale a 5 e l’atteso set di Manuel Agnelli che, dopo aver ritirato il premio Amnesty dei big alle 18 in sala Gran Guardia, salirà anch’egli sul palco di piazza Vittorio Emanuele dopo la finale.