Licenziata “a voce” dopo 23 anni di lavoro nella Wavin

Nella ricorrenza della Giornata Internazionale della Donna, Samuel Scavazzin, segretario regionale della Cisl Padova Rovigo, interviene nel merito della dipendente Wavin Italia, azienda del gruppo Orbia, licenziata dopo 23 anni di lavoro nello stabilimento di Occhiobello.
“Nella Giornata Internazionale della Donna – afferma Scavazzin – siamo idealmente vicini alla lavoratrice della quale comprendiamo i sentimenti, in questo momento di incertezza. E’ l’occasione per riflettere sulle conquiste ottenute in questi anni e su quelle ancora da raggiungere. Conquiste che non dobbiamo dare per scontate, come dimostra questo licenziamento, reso ancora più grave dall’impegno della lavoratrice come Rsu. E’ questa  l’impronta che vogliamo dare allo sviluppo del nostro sistema produttivo? Tutti, uomini e donne, dovremmo riflettere sulle tante grandi e piccole cose che si possono fare per arrivare a una vera parità di genere. Il lavoro è certamente uno degli ambiti sui quali è necessario impegnarsi di più. Ci auguriamo che anche in questo caso prevalga la disponibilità al dialogo, nella consapevolezza che il lavoro delle donne rappresenta veramente la chiave per un futuro migliore”.
 
IL CASO
Un licenziamento indigesto per sostanza, forma e tempi nei confronti di una lavoratrice, rappresentante sindacale e dipendente da 23 anni. «Un modo decisamente sui generis quello scelto da Wavin Italia per celebrare la Giornata internazionale della donna», sottolineano i sindacati. La Wavin, che fa parte del segmento Edilizia e infrastrutture di Orbia, multinazionale con origini messicane che nello stabilimento di Occhiobello realizza sistemi di tubazioni plastiche e soluzioni per la climatizzazione, ha deciso di licenziare la dipendente, comunicandoglielo a voce, senza aver parlato prima di esuberi né con le organizzazioni sindacali. Per questo Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil hanno chiesto l’immediato reintegro e si riservano ogni azioni utile a tutelare i suoi diritti. Nei prossimi giorni saranno indette assemblee, mentre è stato fissato per il 17 marzo il tentativo di conciliazione all’Ispettorato del lavoro di Rovigo.
Il segretario generale della Femca Padova Rovigo Enrico Rigolin e l’operatore Andrea Bellato, che ha seguito la vicenda, raccontano che «la lavoratrice è stata convocata dalla dirigenza e si è sentita dire, a voce, che veniva licenziata per esubero. Si tratta di una dipendente dell’azienda da 23 anni, impegnata anche nella tutela dei diritti dei colleghi come Rsu. Il fatto grave è che questa azienda nei vari incontri non ha mai parlato di riorganizzazione del personale. Da tempo tentiamo di instaurare buoni rapporti sindacali, ma con crescenti difficoltà. Se si arriva a licenziare un Rsu significa che i rapporti tra dirigenza e lavoratori sono veramente logorati. Riteniamo questo licenziamento un fatto gravissimo, d’accordo con le altre sigle sindacali che hanno espresso subito la loro solidarietà alla lavoratrice. Tanto più che la dipendente, pur potendo utilizzare i benefici della legge 104 per assistere un familiare ammalato, ha sempre fatto il suo dovere e dato il massimo rendendosi sempre disponibile per le richieste dell’azienda».
A conferma del deterioramento dei rapporti sindacali, «l’azienda ha esposto in bacheca un “annuncio organizzativo” col quale comunica, erroneamente, che la lavoratrice “ha lasciato Wavin Italia e non è più operativa”. Filctem, Femca e Uiltec hanno risposto con un comunicato con il quale chiedono l’immediato ripristino del rapporto di lavoro».