Badanti e colf, salasso per le famiglie. Fino a 2.500 euro in più al mese
La stima è un aumento di 125 euro al mese che si impenna nel caso di anziani non autosufficienti.
Costa di più la spesa, costano di più le bollette e costeranno di più i servizi alla persona come colf e badanti. E la colpa è sempre dell’inflazione. Secondo uno studio Confcommercio Ascom Padova, una badante peserà sui bilanci delle famiglie padovane 125 euro in più al mese, circa 2 mila euro all’anno. Se poi, addirittura, la famiglia dovesse avere un anziano non autosufficiente, la spesa potrebbe arrivare a 2. 500 euro in più al mese, dunque un salasso di 30 mila euro all’anno. La notizia è emersa in questi giorni perché è appena scaduto il termine per il versamento dei contributi previdenziali di colf e badanti relativi al quarto e ultimo trimestre 2022 (ottobre-dicembre). «Siamo di fronte all’ennesima stangata – commenta Renzo Capitanio, presidente di 50 & Più Confcommercio Ascom Padova – Il contratto collettivo che regola i rapporti di colf, badanti e baby sitter con le famiglie in cui lavorano prevede infatti un adeguamento annuale dei livelli minimi delle retribuzioni in base all’inflazione, rilevata dall’Istat al 30 novembre di ogni anno. Siccome a novembre 2022 era all’11, 8%, l’aumento potrebbe raggiungere il 9,44%». I conti li ha fatti proprio l’ufficio paghe dell’Ascom Confcommercio, al quale si è rivolto, in questi giorni, più di qualche associato per valutare il da farsi. «Parliamo di qualcosa come 125 euro al mese nel caso di una badante a tempo pieno che, con l’aggiunta di tredicesima, ferie e Tfr diventerebbero circa 2 mila euro all’anno – continua Capitanio – Se poi, addirittura, la famiglia dovesse occuparsi di una persona non autosufficiente la spesa potrebbe arrivare, tutto compreso, perfino a 30 mila euro all’anno, ovvero 2. 500 euro al mese». Una spesa che, per qualcuno, potrebbe essere insostenibile. «Di fronte ad una situazione del genere – ammette il presidente dell’Ascom Confcommercio, Patrizio Bertin – è logico che più di qualcuno tenderà a ridurre l’orario delle collaborazioni se non proprio a rifugiarsi nel sommerso». Preoccupazione condivisa dalla Cisl che riferisce, in provincia, siamo 16 mila i lavoratori domestici, di cui 8.497 colf e 7.889 badanti, su un totale di 76.400 lavoratori in Veneto, per cui siamo la provincia che ne ha di più. «È un problema che abbiamo già evidenziato come sindacati – sottolinea Stefania Botton, della Cisl – I compensi di colf e badanti aumentano tutti gli anni con l’adeguamento dell’inflazione. Quest’anno però l’inflazione è a doppia cifra – oltre il 12% – e l’aumento diventa davvero importante, si parla di 100-120 euro per i casi meno “impegnativi” . I rischi sono numerosi: grandissimi problemi alle famiglie che dovranno farsi carico degli anziani, penso soprattutto ai non autosufficienti; serio pericolo di un ritorno del lavoro nero». La questione riguarda i servizi all’anziano a tutto tondo, strutture comprese: «Anche le rette delle case di riposo sono aumentate fino a 100 euro al mese – continua Botton – eppure le pensioni non sono aumentate, né gli stipendi dei dipendenti, i figli che potrebbero venire in aiuto ai genitori anziani. Molti comparti aumentano i prezzi a fronte dell’inflazione che galoppa, ma pensionati e dipendenti – l’80% del totale – ci rimette e basta». La Cisl è chiara: vanno trovati dei correttivi al più presto e ci deve pensare il Governo all’interno della legge di bilancio. «Inoltre – continua la sindacalista – se lo Stato non procede al più presto ad una legge sulla non autosufficienza, i problemi saranno sempre di più, dato l’aumento dell’età demografica e l’invecchiamento della popolazione».