Qualità del lavoro per fare crescere la qualità della vita – Cgil, Cisl e Uil di Rovigo
Il rapporto sulla qualità della vita pubblicato annualmente da Italia Oggi con l’Università La Sapienza di Roma scatena puntualmente una ridda di polemiche a livello politico, comprensibili e legittime, ma a volte purtroppo sterili. Quest’anno in particolare le occasioni di rammarico sono ancora maggiori, essendo il Polesine sprofondato dal 58esimo al 70esimo posto. Come Organizzazioni sindacali riteniamo che la fotografia del territorio emersa dall’indagine possa suonare invece come un campanello d’allarme, ma anche come stimolo perché il territorio possa trovare finalmente un’unità d’intenti per un agire comune e concreto.
Tra i vari indicatori presi in esame dall’indagine, quello che intendiamo sottolineare è l’aspetto legato al lavoro, per il quale la provincia di Rovigo si colloca nella parte bassa della classifica, in peggioramento rispetto al passato e ben distante dalle altre province del Veneto. Riteniamo che questo sia il tema più importante sul quale lavorare insieme, nell’interesse di tutti.
La prima cosa da fare è rendere più attrattivo il nostro territorio per le imprese che vi si vogliono insediare. Non ci riferiamo solo alla pur importante opportunità della Zls, perché non vogliamo rischiare di limitarci ad un solo elemento, legato peraltro ad un particolare iter.
Il criterio primario da seguire per tutte le scelte e gli investimenti che si vogliono fare sul territorio è renderlo più attrattivo per le imprese, dotandolo però dalle necessarie infrastrutture, in base ad una progettualità che guardi ad un livello più alto del mercato del lavoro locale, basata su un’analisi più approfondita del mercato stesso, con investimenti sulle persone e sulla formazione. Solo così sarebbe possibile rendere vantaggioso e attrattivo il nostro territorio. Infrastrutture, analisi del mercato del lavoro e legame con il mondo dell’istruzione e della formazione rappresentano anche il presupposto necessario per un altro elemento: che sul territorio possano insediarsi aziende che guardino alla modernità, quindi all’innovazione tecnologica e alla transizione ambientale e che conseguentemente portino buona occupazione.
Una bassa posizione legata al lavoro corrisponde anche a un basso reddito medio delle persone, rispetto soprattutto al resto del Veneto. La buona occupazione diventa quindi un elemento decisivo per farci crescere anche da questo punto di vista. Per attrarre non solo aziende, ma anche persone e buona occupazione, servono livelli adeguati di retribuzione, che non puntino solo al ribasso, e modalità contrattuali meno precarie che incoraggino le persone a rimanere.
Su questo invitiamo alla condivisione il mondo delle imprese e le loro associazioni. Un altro indicatore della classifica che dev’essere di stimolo è quello legato all’occupazione femminile: tra le infrastrutture per rendere attrattivo il territorio, al di là delle previsioni del Pnrr, un’attenzione particolare dev’essere dedicata a tutti quei servizi che possono rendere più agevole l’occupazione femminile e favoriscono la genitorialità.
Questo combinato disposto potrebbe consentirci di crescere in termini di lavoro e di qualità della vita, che nella nostra provincia è invece apparsa su quegli indicatori ancora molto indietro. Quindi tutti gli attori del territorio devono contribuire: programmazione e progettualità, che coinvolgano tutti, sono le parole chiave per crescere.
Pieralberto Colombo Samuele Scavazzin Gino Gregnanin
Segretari generali Cgil, Cisl e Uil