Flash mob per la libertà

Sit in davanti alla prefettura per solidarietà alle donne iraniane.

E’ stato organizzato da Cgil, Cisl e Uil come dimostrazione di vicinanza alle donne iraniane alle prese con la democrazia, scarsamente riconosciuta, nel loro Paese.

Tante donne, ma non solo, davanti alla prefettura, con bandiere e cartelli con scritto “Siamo tutti Mahsa”.

ROVIGO

Da Rovigo Oggi del 27.11.2022

“La protesta delle donne iraniane – dichiarano le segreterie provinciali di Cgil Cisl e Uil – è la stessa legittima protesta di chi reagisce alle prevaricazioni sul corpo delle donne e si tratta purtroppo di un problema universale. Ecco perché raccoglie la solidarietà di tutto il mondo. Con questa iniziativa anche Rovigo, come sta avvenendo in molte città in tutto il mondo, ha l’occasione di manifestare la propria piena solidarietà alla lotta per la libertà che le donne iraniane stanno portando avanti con immenso coraggio nel loro Paese. Una protesta che, diversamente da quanto successo altre volte, sta raccogliendo grande solidarietà ovunque.

“Perché, ricordiamo, non è la prima volta che le donne iraniane protestano contro l’obbligo del velo: già nel 1979, all’indomani della Rivoluzione islamica, erano scese in piazza. Ma questa volta, non sono sole: hanno l’appoggio, non soltanto dei loro uomini, ma anche di tantissime donne e uomini di tutto il pianeta; ed anche il mondo del lavoro, come sempre su questi temi, sostiene la richiesta di libertà ed autodeterminazione delle donne”.

“Il motivo di tanta solidarietà è che le donne iraniane stanno protestando per un motivo universale che tocca tutte e tutti noi, non solamente chi vive in Iran. Quel che ci stanno dicendo è che quando la politica espressa da un governo, sia questo democraticamente eletto o un regime autocratico, manifesta il proprio potere estendendolo sul corpo delle donne, in qualsiasi forma questo avvenga, siamo di fronte ad un abuso. Ed è un grave problema, perché questo ci rivela che quella politica, quel governo, è malato. Per questo è divenuto un problema universale che viene percepito in tutto il Mondo”.

PADOVA

Dal Mattino di Padova del 27.11.2022

Un centinaio di persone ha partecipato al sit in “Donna, vita, libertà” organizzato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil con l’adesione di diverse associazioni, tra cui il Centro di Ateneo per i diritti umani Antonio Papisca, Libera, l’Anpi, Centro Veneto Progetti donna, Udu e Rete degli Studenti Medi. «La protesta delle donne iraniane è la stessa legittima protesta di chi reagisce alle prevaricazioni sul corpo delle donne. Ecco perché raccoglie la solidarietà di tutto il mondo», hanno commentato i segretari provinciali dei sindacati. Nel corso della manifestazione non poteva mancare la voce della comunità iraniana di Padova: «Ringrazio tutti voi per la presenza perché noi dobbiamo essere la voce di queste donne e di tutto il popolo iraniano. Non esiste nessuna possibilità di riconciliazione: siamo arrivati al punto di rottura, alla rivoluzione. Il regime deve cadere e la libertà deve essere restituita. Lotteremo, moriremo ma ci riprenderemo il nostro Iran», ha detto Nasri, iraniana arrivata in Italia 43 anni fa. A prendere parola è stata anche una giovane studentessa di origini iraniane, Shevi, arrivata da pochi mesi in Italia: «La vostra solidarietà è molto importante per questa lotta». Subito dopo ha fatto partire dal suo telefonino la canzone che è diventata l’inno delle proteste dal titolo “Baraye” (“per” in italiano), per cui l’autore, Shervin Hajipuor, è stato incarcerato e torturato. Infine, è stato consegnato al prefetto Raffaele Grassi l’appello solidale di Cgil, Cisl e Uil. (leggi l’articolo in pdf)