
Hanno chiesto un incontro al prefetto Giuseppe Forlenza, per discutere di quella che dal 6 febbraio scorso è la «zona ad alto impatto», più comunemente denominata zona rossa. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Aldo Marturano, Samuel Scavazzin e Massimo Zanetti (insieme ai rappresentanti di Anpi, Floriana Rizzetto; Arci, Serena Maule; e Circolo Nadir, Giovanni Zamponi) hanno spiegato al prefetto le ragioni per cui a Padova, città dell’accoglienza, del sociale e del volontariato, non è necessario rinnovare una disposizione «dal carattere esperimentale e temporaneo».

I sindacati non hanno trovato risposta certa sulla richiesta di non prorogare la zona rossa, bisognerà infatti attendere il 6 aprile per aver i risultati dei primi due mesi di sperimentazione, hanno invece ottenuto di potersi sedere al tavolo dei sindaci in prefettura quando si parlerà a riguardo. «Siamo soddisfatti perché abbiamo trovato ascolto da parte del prefetto», ha detto Aldo Marturano (Cgil). «Siamo arrivati con un approccio non di contrapposizione ma costruttivo. Abbiamo provato a raccontare una Padova che ha un forte retroterra culturale sociale e abbiamo spiegato che questa città è stata capitale europea del volontariato. Ci è dispiaciuto ci sia stata questa rappresentazione repressiva e sanzionatoria e abbiamo evidenziato che la zona ad alto impatto in qualche modo deve tenere conto di una complessità che ben conosciamo in questa città e che le soluzioni da trovare vanno in un’altra direzione. In quel contesto non ci sono infatti solo persone che commettono reati, c’è magari gente che fa qualche lavoretto in nero e non ha una casa dove andare a dormire perché c’è un problema di alloggi, c’è una crescita esponenziale del fenomeno della povertà e del disagio. Non può esserci solo un approccio sanzionatorio ma anche inclusivo».

Dunque la proposta è quella di «coinvolgere i sindacati nel monitoraggio di questi fenomeno e di provare a seguire percorsi di rigenerazione urbana, coinvolgimento di commercianti, comprensione del fenomeno. Noi stessi ci siamo resi disponibili a creare dei presidi che lavorino per l’inclusività».
«Siamo venuti a ringraziare le forze dell’ordine per il presidio del territorio», ha aggiunto Massimo Zanetti (Uil). «Riteniamo ci sia stato in inquinamento lessicale che ha scopi che non ci piacciono. Nessuno credo abbia voluto istituire una zona rossa off limits per la mobilità delle persone o zona di aggressività e di controllo. Ma semplicemente una zona di controllo del territorio a fronte di una serie di reati che nel 2024 hanno visto un aumento. Non facciamo passare Padova come una città da non frequentare. Padova è una città inclusiva con 75 mila studenti e come tutte le grandi città ha dei problemi che derivano dal disagio sociale».
«La nostra disponibilità è ampia e il prefetto l’ha accolta allargando alle associazioni. La sinergia può migliorare il territorio», ha concluso Samuel Scavazzin (Cisl) .