Contro la crisi, “stringere i ranghi”
Il Polesine soffre a cascata del calo di produttività. “Pilotare il momento e in fretta”
Il vicepresidente di Camera commercio Gambato e Scavazzin segretario Cisl: “Rifinanziare la Zls”
ROVIGO – Un calo della produttività preoccupante, pari al -2,6% per le industrie del Veneto Orientale ha messo in allarme la presidente di Confindustria Veneto Est Paola Carron, che ha invitato il governo Meloni a correttivi come il calo dell’Ires (l’Imposta sui redditi delle società) dal 24 al 19% in caso di investimenti in tecnologia, formazione, welfare e assunzioni, o la semplificazione del progetto Transizione 5.0 fermo al palo. E anche gli osservatori economici polesani davanti a questa ennesima crisi chiedono di stringere i ranghi e di muoversi e in fretta. Lo dichiara senza mezzi termini GianMichele Gambato, vicepresidente di Camera di Commercio Veneto Est e gli fa eco Samuel Scavazzin segretario provinciale di Cisl Padova Rovigo, entrambi intervistati ai microfoni di Delta Radio nel programma “Il Buongiorno della Voce”.
“Il Nord Est insieme a Lombardia ed Emilia Romagna è innegabilmente il traino del Paese – osserva Gambato – ma questa crisi annunciata da tempo è figlia di quanto sta avvenendo in Germania e in Francia. Fare presto a intervenire, e i correttivi suggeriti da Carron sono condivisibili perché incentivano le aziende, è giusto, ma si deve intervenire complessivamente. La Transizione 5.0 è ferma al palo per regole procedurali inattuabili che frenano le imprese, non si
riesce a sbloccare 6,3 miliardi di euro”. Gambato, poi, va alle cause della crisi, che sono molteplici, ma si focalizza su due aspetti: “Il caro energetico ha provocato un effetto domino. Ora assistiamo a un calo dei consumi a causa dell’inflazione che ha eroso il potere di acquisto delle persone.
Dunque incentivi alle aziende ma anche creare le condizioni per dare più soldi in tasca alla gente. Se poi ci fosse un po’ di coraggio da parte della Bce di calare ancora i tassi di interesse sarebbe un modo per dare una spinta anche psicologico ai consumi e agli investimenti”. Parla di programmazione, a più riprese il segretario Samuel Scavazzin della Cisl Padova e Rovigo “Dobbiamo vigilare perché questa crisi non è una cosa così sparuta e un problema a medio e lungo termine che parte dall’estero e arriva dritto in Polesine, confermando che il mondo oramai è glocal. Qui abbiamo distretti importanti come la Pesca la Giostra e anche il Turismo nel Delta del Po, ma senza un tavolo per pilotare questa congiuntura economica, tra sindacati, politica e imprese, il Polesine potrebbe diventare un Far West, una terra di conquista in cui le aziende arrivano, fanno investimenti, senza considerare il tessuto economico in cui si insediano”.
Che indicatori ci sono in Polesine attualmente?
“Vediamo un aumento di richiesta di Cassa integrazione e anche tra gli artigiani sintomi della crisi. Scontiamo la crisi dell’automotive in Germania. Il Polesine e il Veneto da soli non ce la possono fare. Ci vogliono investimenti”.
La Zls, per esempio?
Qui la riflessione sia di Gambato che di Scavazzin è praticamente comune: “Il rifinanziamento per i prossimi anni dovrebbe essere assodato non ‘su dato’”, dice il sindacalista. Gli fa eco Gambato: “Prima di tutto bisognerebbe che fosse finanziata, oggi è uno strumento ma lo strumento va foraggiato e attuato”. E poi bisogna macinare e farlo insieme a livello di territorio: “I fondi europei di sviluppo possono rendere il territorio più bello e più competitivo ci sono e vanno sfruttati. Manca la manodopera – conclude Scavazzin – 1500 lavoratori nelle imprese dell’artigianato. Creare un welfare e un territorio appetibile per far venire residenti in Polesine”.