Incidente mortale sul lavoro a Fontaniva. I sindacati: «É urgente aumentare il numero di ispettori»
FONTANIVA Un tronco è scivolato dalla catasta e lo ha colpito alla testa. Per l’operaio non c’è stato nulla da fare, è morto sul colpo. L’infortunio mortale è accaduto ieri alle 8,45 in via Coltura a San Giorgio in Brenta di Fontaniva, all’interno di una ex cava privata, dove sta svolgendo lavori di taglio di fusti d’albero l’azienda P&M, un’impresa boschiva e forestale con sede in Toscana, a Guamo, in provincia di Lucca. A perdere la vita un dipendente, Mariano Martinucci, 48 anni, residente a Capannoli in provincia di Pisa. La tragedia si è consumata davanti agli occhi dell’altro collega presente nell’area di lavoro, che al momento era a bordo di una macchina operatrice distante una ventina di metri dalla vittima.
CGIL, CIL E UIL ACCUSANO: «IL GOVERNO NON INVESTE NELLA SICUREZZA, STA PEGGIORANDO ANCHE IL SISTEMA DELLA FORMAZIONE»
LE REAZIONI
«Il fato lo scartiamo a priori. Aspettiamo che vengano fatti tutti gli accertamenti del caso, non puntiamo il dito contro nessuno. Notizie come questa lasciano sempre senza parole mentre, nel frattempo, la politica volta le spalle al problema». Marco Galtarossa, segretario confederale della Cgil di Padova, inizia così la propria invettiva di fronte alla notizia della tragedia avvenuta a San Giorgio in Brenta: «Bisogna fare investimenti importanti quanto prima per aumentare il numero degli ispettori, figure che possano aiutare preventivamente le imprese. Chiediamo come Cgil che ci sia un’assunzione di responsabilità che porti ad un vero e proprio cambiamento culturale: serve eliminare il massimo ribasso come criterio di assegnazione degli appalti e un investimento per aumentare il numero di ispettori, non con una finalità sanzionatoria, ma di prevenzione».
Formazione e informazione sono le due parole chiave. Sembra che alla base del problema stia proprio l’accordo stato-regioni su cui si sta concentrando al momento il governo, accordo che, secondo i sindacati, sembra stia cambiando in maniera peggiorativa il sistema di formazione: riducendo le ore obbligatorie per i rischi alti e prevedendo la possibilità per alcune aziende che la formazione venga fatta direttamente dal datore di lavoro. «Con la legge di stabilità – spiega Massimo Zanetti, coordinatore provinciale Uil – quante risorse sono state stanziate per affrontare la questione della sicurezza sul lavoro? Zero. Abbiamo una strage continua: l’anno scorso 1.042 morti a livello nazionale, quest’anno se non ci arriviamo vicini poco ci manca. Ora bisogna fare politiche a sostegno della prevenzione, della formazione, investire sugli organi deputati al controllo dei cantieri e delle aziende, soprattutto nei settori dell’edilizia e della metalmeccanica. Siamo il paese in Europa con il minor numero di ispettori deputati ai controlli, lo Spisal nel Veneto è alla frutta tanto che non riesce a garantire l’ordinarietà con il numero di ispettori all’attivo. È necessario investire in sicurezza e formazione, aumentare il corpo ispettivo degli Ispettorati territoriali del lavoro (Itl) e dello Spisal, creare una procura speciale e istituire il reato di omicidio sul lavoro».
I DECESSI
Sono 53 i decessi rilevati in Vento nei primi nove mesi del 2024 (contro i 72 del 2023), 36 le vittime che hanno perso la vita in occasione di lavoro e 17 in itinere. A guidare la triste classifica regionale per numero totale di vittime è Verona con 15 decessi, seguita da Venezia (13), Padova (11), Treviso (10), Vicenza (3) e Belluno (1). Le vittime in occasione di lavoro sono state registrate a Verona (10), Venezia (9), Padova (7), Treviso (6), Vicenza (3) e Belluno (1). Delle 36 vittime in occasione di lavoro 10 erano straniere, ossia circa una su 3.
«Il Veneto continua ad essere una ragione trainante nel contesto del lavoro manifatturiero – aggiunge Samuel Scavazzin, Segretario provinciale Cisl – ed è per questo che vanno prese le dovute precauzioni perché continui a crescere in sicurezza. Sono necessari più investimenti nella premialità e nelle detassazioni: un’impresa seria che investe in salute e sicurezza, in nuovi macchinari, per tutelare al massimo i propri lavoratori, ci guadagna in efficienza ed è giusto che sia premiata per i propri valori».
TAVOLO DI CONFRONTO
A concludere il richiamo all’azione di Fabio Beltempo, segretario del sindacato Ugl di Padova e provincia: «Non possiamo accettare che la perdita di vite umane diventi una tragica normalità. Invitiamo tutti i soggetti coinvolti, ovvero istituzioni, aziende e sindacati a un tavolo di confronto urgente per definire azioni immediate e risolutive. Non possiamo più aspettare, la sicurezza sul lavoro deve essere una priorità assoluta».