Interporto Rovigo – Sindacati: “Articolo 23? Parliamone”

Quale futuro per l’Interporto di Rovigo? L’area logistica mai veramente decollata che sorge a Borsea a che sembrerebbe destinata a vivere una vera rinascita con l’avvento della Zls, del quale è un vero e proprio cardine, è diventata già terreno di scontro.
Perché si sta ponendo con forza il tema di quale sviluppo e quale occupazione si vogliano per quest’area.
Infatti, dopo che durante l’ultima campagna elettorale Confindustria ha sottoposto ai candidati sindaco un vero e proprio impegno a modificare l’articolo 23 delle norme tecniche di attuazione dell’Interporto, ottenendo un riscontro immediato da parte di Antonio Rossini, Federico Frigato e, soprattutto, di Valeria Cittadin, poi eletta sindaco, che hanno subito sottoscritto l’impegno, mentre i due avvocati Palmiro Tosini e Ezio Conchi, pur dicendosi favorevoli alla proposta, hanno poi preso tempo per consultarsi con le proprie coalizioni mentre il sindaco Edoardo Gaffeo ha respinto la proposta, il nuovo primo cittadino ha poi subito annunciato di avere intenzione di tener fede ai propri impegni. Un annuncio che ha messo subito in fibrillazione il mondo ambientalista.
Ora, sul tema, intervengono anche i sindacati. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Pieralberto Colombo, Samuel Scavazzin e Gino Gregnanin con una nota congiunta, rimarcano come questo aspetto, “per il mondo sindacale diviene occasione imprescindibile per definire un confronto costruttivo tra gli stakeholders pubblici e privati del mondo economico, politico e sociale ed opportunità importante per dare concretezza alle indicazioni sottoscritte sia a livello territoriale che regionale in merito alla necessità imprescindibile che, la tutela dell’ambiente e lo sviluppo sociale camminino insieme. Ciò nell’ottica perseguita ormai da anni da Cgil, Cisl e Uil polesane secondo cui, per far tornare il nostro territorio realmente attrattivo, è fondamentale creare opportunità di sviluppo che guardino alla sostenibilità ambientale e sociale”.

Il “Patto per la coesione sociale per una crescita partecipata e diffusa e per lo sviluppo sostenibile” sottoscritto nel marzo 2023 tra Confindustria Veneto Est e Cigl, Cisl e Uil territoriali del Veneto, ricordano i tra sindacalisti, ha l’obiettivo di “rafforzare le relazioni industriali volte a garantire oltre alla coesione sociale proprio lo sviluppo sostenibile” ed in particolare per quanto riguarda il territorio polesano, Confindustria territoriale di Rovigo e Cgil, Cisl, Uil Rovigo, nel documento “Condividere per comprendere: scenari e strategia per il futuro del nostro Territorio ” sottoscritto a marzo scorso, sottolineano la volontà di “privilegiare insediamenti ad alto valore aggiunto […] e sostenibili sul piano ambientale”. E nel “Documento programmatico d’Area Sistema Polesine”, strumento di concertazione territoriale che formula proposte con l’obiettivo di incidere sulla programmazione regionale ed indirizzare le politiche e gli strumenti di programmazione, che proprio in questi giorni è oggetto di una revisione, Colombo, Scavazzin e Gregnanin sottolineano che “è chiaramente individuato l’obiettivo di ‘integrare strategie ambientali e strategie territoriali’ ovvero: ‘la compatibilità tra ambiente e sviluppo è un obiettivo irrinunciabile delle attuali politiche regionali. Ma una impostazione vincolistica e settorializzata delle politiche ambientali, sia all’interno delle aree di tutela e di salvaguardia che nell’ambito di provvedimenti per la protezione delle risorse essenziali, non risolve il problema di fondo della sostenibilità dello sviluppo. Auspichiamo, quindi, che anche il possibile confronto sull’articolo 23 avvenga sul merito, evitando logiche di contrapposizione preventiva che rischiano di ostacolare condivise strategie di sviluppo che, a nostro parere, possono dare avvio o consolidare percorsi di crescita economica ed occupazionale nell’ottica della sostenibilità, passando attraverso politiche e progettualità attente all’innovazione, alla tutela dell’ambiente, che interessano tutte le persone, che sono lavoratrici e lavoratori, ed anche cittadini, ed alla creazione di ‘buona occupazione’ in tutti i suoi aspetti”.