Tagli pesanti a Comuni e Province. Insorgono i sindacati.
Colombo, Scavazzin e Gregnanin: “In pericolo i servizi per i cittadini”.
I Sindacati: “La scelta del governo di tagliare i trasferimenti agli enti locali è anche un paradosso, perché finisce col penalizzare soprattutto i Comuni”
“Forte preoccupazione per l’ulteriore taglio al trasferimento di risorse, che colpisce anche i Comuni Polesani”. La esprimono unitariamente i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil di Rovigo, Pieralberto Colombo, Samuel Scavazzin e Gino Gregnanin, commentando la misura adottata dal governo con la manovra economica, che peserà sui bilanci dei Comuni polesani per 4,38 milioni di euro, distribuiti dal 2024 al 2028, con una prima tranche di “contributo alla finanza pubblica” di 879.410 euro per l’anno in corso. Il più penalizzato è il Comune di Rovigo, che subirà una sforbiciata di 1,2 milioni, seguito da Adria, Porto Viro, Porto Tolle, Occhiobello e Rosolina. “Pensiamo sia una politica miope quella che scarica sulle istituzioni, e proprio su quelle più vicine ai cittadini, il peso di un risanamento fondato sul rigore, con minori entrate che finiranno per penalizzare i cittadini, impedendo ai Comuni l’erogazione di quei servizi universali rivolti a tutti e soprattutto a tutela delle fasce di popolazione più in difficoltà”.
La critica dei segretari delle Organizzazioni sindacali di Rovigo, nasce anche dalla consapevolezza delle ristrettezze che già contraddistinguono i bilanci degli Enti Locali. “Attraverso la negoziazione sociale, praticata da anni con i Comuni che comprendono l’importanza e l’utilità di tale pratica, avevamo già avuto modo di verificare, nel confronto appunto con le amministrazioni comunali locali, quante difficoltà esistessero in termini economici, soprattutto per attuare politiche sociali che fossero all’altezza delle trasformazioni in atto, a partire dall’invecchiamento della popolazione, in Polesine particolarmente marcato. Alle diverse criticità, si è aggiunta negli ultimi anni la questione abitativa, che sta diventando ulteriormente prioritaria per il Comune di Rovigo e per gli altri Comuni della nostra provincia. Ad incontrare difficoltà nell’assegnazione di alloggi Erp sono diverse fasce della popolazione, lavoratori, sia italiani che stranieri, ma anche studenti”.
Gli incontri con le amministrazioni comunali riprenderanno dopo l’estate per la negoziazione sociale. “Per quanto ci riguarda – proseguono i segretari – continueremo sempre a presentare le nostre proposte che vogliono migliorare le condizioni dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie. Ma queste politiche di ulteriori tagli agli enti locali, rischiano di aggravare ulteriormente il problema dello spopolamento del nostro territorio, perché l’assenza di servizi è una delle ragioni che spingono persone in età da lavoro ad abbandonare il territorio, oltre all’inverno demografico che colpisce anche la nostra provincia”.
Miope e non certo condivisibile, secondo Colombo, Scavazzin e Gregnanin, anche il criterio adottato per il calcolo delle sforbiciate. “La scelta del governo di tagliare i trasferimenti agli enti locali è anche un paradosso, perché finisce col penalizzare soprattutto i Comuni che, virtuosamente, erano riusciti a fare dei progetti e ottenere delle risorse attraverso i bandi del Pnrr. Siamo quindi preoccupanti. Queste politiche, che vanno contro i bisogni dei cittadini, rilanciano al contempo un tema che come Cgil, Cisl e Uil proponiamo ormai da tempo, anche nella negoziazione sociale, e che ci ha visti protagonisti con i Comuni del Basso Polesine di un’iniziativa molto partecipata, unitaria, qualche mese fa. La proposta si basa sulla necessità di una maggior efficienza e razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse, andando verso una fusione dei Comuni, che sono sempre più piccoli e quindi sempre più in difficoltà nella gestione dei servizi, sia dal punto di vista delle risorse economiche, che da quello delle risorse umane”.