Dal sociale allo sviluppo, la Cisl ha ascoltato i candidati Sindaci
Riflessioni sul degrado di alcune aree, su crisi del commercio e su sanità e servizi, fra i temi trattati anche l’Iras e la fuga dei giovani.
ROVIGO – Il futuro dell’Iras e più in generale l’assistenza agli anziani, l’importanza di una medicina di prossimità, la carenza di personale nella Pubblica amministrazione e il problema di rendere più attrattive le autonomie locali
anche per i giovani, collegato al tema, enorme, di trattenere i ragazzi sul territorio. E ancora, il degrado di alcune aree cittadine, l’occupazione femminile, la crisi del commercio e servizi adeguati e innovativi per i cittadini. Un argomento su tutti: il coinvolgimento dei sindacati nei progetti per lo sviluppo del territorio, con particolare attenzione per quelli di area vasta. Questi i temi trattati nell’ultimo giro di incontri con i candidati sindaco della Cisl Padova Rovigo. Il segretario generale Samuel Scavazzin, insieme ai segretari delle federazioni, li ha accolti, uno per volta, tutti con l’assenza di Tosini.
Edoardo Gaffeo ha ricordato il bando Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale, per la macroarea Auro, acronimo di autorità urbana Rovigo. “La strategia è stata discussa in questa prima fase solo con i Comuni per motivi di tempo.
Si tratta di un tema fondamentale e sono contento che sia andato in porto. I fondi dovrebbero arrivare entro la fine dell’anno”. Sull’Iras: “Il contratto del 2004 era insostenibile. Il ricorso al Tar era un atto dovuto e lo dimostra il fatto che il commissario ha scelto di ricorrere al Consiglio di Stato, ma penso ci siano i margini per una trattativa”. Sui servizi per le famiglie: “Da potenziare quelli nel sociale, importantissimo il tema dell’emergenza abitativa. Abbiamo 1.700 famiglie in condizione di criticità, persone che si sono sempre viste del ceto medio, con un rapporto di lavoro. Dobbiamo anche essere più attrattivi: nel 2050 scenderemo sotto la soglia dei 50mila abitanti, sono dinamiche che tendono ad accelerarsi da sole”.
Un cambio di prospettiva, per Valeria Cittadin. “Far funzionare la macchina amministrativa –ha premesso – è uno dei nostri obiettivi primari, per dare ai cittadini risposte in tempi certi. Si tratta di intervenire sulla riorganizzazione, anche per rendere appetibile il lavoro in una pubblica amministrazione. Ci sono situazioni, come il settore urbanistica, che hanno limitato profondamente i cittadini e inciso negativamente anche sull’impresa”. E per rendere Rovigo più attrattiva? “È necessario che ci siano servizi. Avremo un occhio di attenzione per la conciliazione dei tempi vita-lavoro e per servizi a misura d’uomo, come asili nido e scuole materne. Le famiglie sono sempre più in difficoltà. Ci sono anziani, ma anche ragazzi fragili ed è fondamentale trovare risorse per dare un po’ più di respiro ai familiari. Mancano punti di aggregazione, per tutte le generazioni: dobbiamo incontrare le persone,ascoltare tutti, istituzioni, impresa, mondo dell’associazionismo, corpi intermedi”.
Attenzione agli anziani e ai giovani hanno uno spazio speciale nel programma di Federico Frigato: “Il nostro programma è stato definito attraverso una fase di ascolto precedente. Abbiamo pertanto individuato l’esigenza di un centro diurno come una priorità. La mia idea è quella di realizzarlo al posto di Casa Serena, insieme a un centro sollievo per malati di Alzheimer e un centro sociale. Per le risorse va creata una rete tra Iras, Regione, Ulss5 e altri soggetti del territorio”. Il tema della pubblica amministrazione è strettamente collegato con l’idea di sviluppo e l’esigenza di trattenere i giovani: “È necessario che il personale si senta incentivato a fare di più. Bisogna porsi obiettivi concreti e lavorare sugli incentivi, anche in termini di passaggi di livello e aumento delle responsabilità. Rovigo ha perso il ruolo di capoluogo e sta perdendo opportunità importanti. Le imprese sono scoraggiate a investire qui e i giovani a rimanerci. Bisogna rendere la città più attrattiva, i siti in condizioni di degrado vanno riqualificati, e la viabilità deve funzionare”.
Sinergia a livello territoriale e tra PA e cittadino è la chiave per lo sviluppo di Rovigo secondo Antonio Rossini: “Auro rappresenta un’opportunità, come la Zls – sottolinea – ma è importante coinvolgere i sindacati, sia per i contratti che andremo a negoziare che sulle aziende che verranno ad investire. Abbiamo visto catene di subappalti, con uno scadere della qualità e una perdita di sicurezza”. Fondamentale il ruolo del personale. “L’incentivo principale è retributivo, ma c’è anche la necessità riorganizzazione del l’azione amministrativa. Si può intervenire sugli orari, anche per favorire la conciliazione vita-lavoro, che pesa ancora oggi soprattutto sulle donne. Dove possibile bisogna continuare con lo smart working. Dobbiamo avviare un cambio di mentalità, superando la contrapposizione tra utente e chi gestisce il servizio. Abbiamo la fortuna di essere interconnessi col mondo, avere una manodopera seria e qualificata e quindi abbiamo potenzialità enormi”.
Per Ezio Conchi, la prima cosa da fare è “portare in evidenza le tante cose belle che abbiamo, le tante specialità e peculiarità che non sono conosciute fuori dal Polesine. Per farlo serve la capacità di fare rete e di intercettare le risorse”. Uno dei pallini di Conchi, da diversi anni, è “non abbandonare il turista che viene a Rovigo, cosa che adesso succede. Se uno va a vedere una mostra, ad esempio, non ha un’ulteriore offerta, che va invece progettata. Un’offerta che va da una a più giornate, coinvolgendo ristoranti, alloggi, percorsi. Abbiamo il Museo dei Grandi fiumi che è poco visitato. O la Rotonda, per fermarsi solo a Rovigo. L’Accademia dei Concordi racchiude cose preziose e nessuno lo sa. Dobbiamo far emergere quello che merita di essere visto e apprezzato. Il museo etrusco ad Adria, la navigazione e il turismo lento. Bisogna creare percorsi turistici, culturali, enogastronomici e sportivi”.