SICUREZZA SUL LAVORO – La scuola edile punta tutto sulla prevenzione con corsi per gli studenti

SCAVAZZIN: «OGNI VOLTA È UN BOLLETTINO DI GUERRA».

PADOVA Si scrive “sicurezza sul lavoro”, ma si legge formazione e cultura della prevenzione. Un esempio virtuoso è la Scuola edile che, nell’ultimo anno ha realizzato oltre 450 corsi di formazione dedicati alla sicurezza, per un totale di 4500 ore di formazione, rilasciando 3mila attestati ai lavoratori, confermandosi come la casa della sicurezza.
Gli obiettivi dell’Ente padovano sono la formazione e la tutela dei lavoratori per creare una vera cultura della sicurezza da mantenere in ogni ambito della vita professionale, nei cantieri così come in azienda. «Come Scuola edile vogliamo innanzitutto accrescere la formazione di base dei ragazzi sulla sicurezza – afferma Enrico Maria Fabris, presidente -. Un personale qualificato e adeguatamente formato è essenziale per garantire la sicurezza in edilizia. Questa attenzione deve cominciare già nelle aule, infatti per i nostri studenti sono previste ben 990 ore obbligatorie annue in cui si alterna formazione teorica e pratica al tirocinio in azienda».
«Per i professionisti e le aziende, invece, la scuola offre corsi obbligatori e di specializzazione in ambito di formazione e sicurezza per mantenerli costantemente aggiornati su normative e protocolli da rispettare in cantiere». Per approfondire i temi della Giornata Mondiale della Sicurezza e della Salute sul Lavoro, la Scuola Edile di Padova ha organizzato una Tavola Rotonda con l’obiettivo di verificare gli effetti della legge 215/2021, pensata per la verifica della sicurezza nei cantieri, a due anni dalla sua entrata in vigore. L’appuntamento è per venerdì 10 maggio, dalle 14.30 alle 17.30, nella sede della Scuola Edile dove interverranno i rappresentanti di Spisal, Inl, Inail e le organizzazioni sindacali e datoriali.
«L’edilizia è uno dei settori che ha marginalità di rischio superiore ad altri, per questo è ancora più importante lavorare sul tema della sicurezza – dichiara Monica Grosselle, presidente Ance Padova -. Bisogna investire sulla formazione e sulla responsabilità delle varie figure: datori, preposti e lavoratori stessi. Diventa assolutamente strategico, quindi, formare i ragazzi alla cultura della sicurezza fin dai primi anni di scuola. Chi fa questo mestiere tocca con mano, ogni giorno, il frutto del proprio impegno».
«Di salute e sicurezza sul lavoro non se ne parla mai abbastanza e lo vediamo con il “bollettino di guerra” che, quasi ogni giorno, leggiamo – spiega Samuel Scavazzin segretario generale Cisl Padova e Rovigo – Bisogna investire sulla salute e sulla sicurezza perché non sono soldi sprecati, anzi, aumentando gli standard qualitativi di sicurezza aumenta anche la produttività».
«Le morti sul lavoro non sono delle casualità. Il problema centrale, secondo me, è che da un lato c’è poca cultura del valore del capitale umano e dall’altro la legislazione è, ancora, troppo buona con chi si trova nelle condizioni di aver generato incidenti sul lavoro – sottolinea Massimo Zanetti, segretario coordinatore provinciale Uil Padova -. Il lavoro da fare è tanto ma si deve cercare anche di cambiare la mentalità sul valore del lavoro e del capitale umano: l’essere umano non è una variabile ma è il fondamento che genera lavoro».
«La formazione deve coinvolgere gli studenti delle scuole superiori perché loro sono il futuro del lavoro. Le aziende, invece, devono fare una formazione mirata alle attività specifiche che ogni lavoratore svolge – dichiara Marco Galtarossa segretario confederale Cgil con delega alla sicurezza -. Nel 2023 c’è stato sia un aumento degli infortuni mortali sul luogo di lavoro e sia un aumento sensibile delle denunce delle malattie professionali (+20% rispetto al 2022). Questi dati non devono e non possono lasciarci indifferenti, bisogna agire».