Elisabetta Gualmini alla Cisl
La parlamentare europea Elisabetta Gualmini ha inaugurato venerdì 1° marzo pomeriggio, nella sede di via del Carmine, una serie di incontri che la Cisl Padova Rovigo avrà con i candidati alle prossime elezioni europee. Ex vicepresidente della Regione Emilia Romagna e docente di Scienza dell’amministrazione all’Università di Bologna, Gualmini era accompagnata dalla capogruppo Pd in Consiglio regionale Vanessa Camani e dall’ex assessore di Piove di Sacco Luca Carnio.
Nell’accoglierla, il segretario generale Samuel Scavazzin ha sottolineato: “La Cisl è un sindacato apartitico ed è quindi interessata a dialogare con tutte le parti politiche. Con questi incontri vogliamo mettere l’accento sull’attenzione che richiedere il contesto europeo, dal quale derivano la maggior parte delle scelte dello Stato. Credo che dell’importanza del parlamento europeo non siano consapevoli molti elettori e nemmeno qualche politico. Ricordo anche che la Cisl è stata fin dall’inizio per un’Europa unita”. Scavazzin ha quindi illustrato ad Elisabetta Gualmini le peculiarità e le criticità del territorio di Padova e Rovigo, seguito dai segretari delle diverse federazioni che hanno fatto presente alla parlamentare le priorità dei rispettivi settori.
La segretaria territoriale Stefania Botton ha aggiunto: “Dall’Europa ci aspettiamo un’attenzione particolare agli investimenti nel sociale, anche perché stanno venendo meno il diritto alla salute e alla casa. I nostri Comuni faticano a realizzare molti dei progetti Pnrr per mancanza di personale adeguato”.
Gualmini ha preso nota di tutto e ha risposto puntualmente: “Tante delle tematiche che avete toccato le conosco e le condivido. Come vicepresidente di Regione ho collaborato molto con sindacato. Ritengo che, per intervenire sui salari, la contrattazione aziendale e decentrata abbia un ruolo fondamentale. In Europa ci sono stati tanti cambiamenti, che l’hanno portata dall’austerità a una politica keynesiana di investimenti. La mutualizzazione del debito e la sospensione del patto di stabilità sono importanti segnali di questo cambiamento, ma i punti deboli restano la politica estera e le politiche migratorie. La transizione ecologica è necessaria, ma non può essere messa in competizione con il lavoro. Ricordiamoci che l’80% delle decisioni passa da Bruxelles e che fare il parlamentare europeo significa essenzialmente negoziare”. Vale anche per le politiche regionali, come ha sottolineato, concludendo l’incontro, la consigliera Camani.