«La salute non può stare nella logica di mercato. Si investa in sanità pubblica»

«La salute nella logica di mercato? No grazie!»: Cgil, Cisl e Uil non ci stanno a imbrigliare la sanità nella mera dinamica domanda-offerta. La riflessione di Manuela De Paolis (Cgil), Stefania Botton (Cisl) e Massimo Zanetti (Uil) arriva dopo la notizia dello studio medico privato di Mestrino che ha attivato un servizio – ovviamente a pagamento – chiamato “Family Doc”, nome che strizza l’occhio alla figura del medico di famiglia ma che è gestito da un medico di medicina interna, le cui prescrizioni non possono godere di esenzioni e ticket.
Per il sindacato va prima di tutto sgomberato il campo dai fraintendimenti: «Gli articoli apparsi sulla stampa, relativi a strutture sanitarie private che fornirebbero servizi sanitari a pagamento con nomi accattivanti come “Family doc”, creano molta confusione nel complesso mondo della sanità del nostro territorio. È questo il primo commento che ci sentiamo di fare come sindacati confederali territoriali Cgil, Cisl e Uil. Si tratterebbe di un medico “simpatico” che fornisce prestazioni specialistiche a prezzi contenuti. Può prescrivere farmaci a pagamento, visite e prestazioni specialistiche a pagamento e non si sostituisce al medico di medicina generale» rilevano i sindacalisti, che arrivano al dunque: «Non si capisce perché i cittadini, che già pagano le tasse per la sanità pubblica, dovrebbero preferire questo servizio a quello del medico di medicina generale convenzionato con il servizio sanitario pubblico. A maggior ragione poi, in un territorio dove il servizio pubblico funziona, con la presenza di centri di medicina di gruppo che offrono visite su appuntamento in tempi brevissimi in orari molto ampi, con servizi di segreteria e dove non mancano i posti liberi per l’assistenza gratuita dai medici di medicina generale convenzionati».
Sul punto è doveroso precisare che in provincia di Padova ci sono diverse sedi scoperte di medici di base, circostanza che costringe molti cittadini a rivolgersi a medici fuori paese, con inevitabili disagi, in particolare per gli anziani. Il tema della carenza di medici di famiglia, del resto, non è una novità. Ed è proprio questa situazione che dà al privato spazio di manovra.
«Con il progetto “Staffetta della salute”, nel corso del 2023 da Cgil, Cisl e Uil» proseguono De Paolis, Botton e Zanetti, «abbiamo evidenziato le criticità dovute al continuo disinvestimento nella sanità pubblica. Sono anni che chiediamo di tornare a una politica espansiva, contro la riduzione della spesa. Abbiamo svolto assemblee pubbliche mettendo al centro della discussione il diritto universale alla salute e il sostegno alla non autosufficienza. Questa nuova e pericolosa tendenza a offrire servizi simili, ma non alternativi alla medicina generale convenzionata, inserisce il diritto alla salute in una logica di mercato. La persona che si trova in una situazione di fragilità non deve diventare strumento di profitto d’impresa. Dopo l’ingresso di soggetti privati negli ospedali, che di fatto ha aumentato la spesa a carico delle aziende sanitarie senza migliorare il s ervizio, ora il rischio è quello di aumentare la spesa a carico delle famiglie, senza raggiungere un reale obiettivo utile ai cittadini ma solo agli imprenditori della sanità privata. Ribadiamo che la salute è un diritto fondamentale dell’individuo ed è previsto dalla nostra Costituzione. Vogliamo una sanità pubblica, di qualità, accessibile a tutti ed estranea alle logiche imprenditoriali e di mercato». —