Commercio e campi da coltivare: ecco dove crescono le assunzioni
I dati di “Veneto Lavoro”: rispetto a dodici mesi fa netto calo dei nuovi contratti nel settore industriale
LA SITUAZIONE
PADOVA I segnali positivi arrivano principalmente da due settori: l’agricoltura e il commercio. Numeri in calo invece per quanto riguarda l’industria e soprattutto il comparto metalmeccanico. L’ente Veneto Lavoro ha pubblicato ieri il nuovo report sull’occupazione in provincia di Padova con tutti i dati sulle assunzioni categoria per categoria. Complessivamente nei primi tre mesi di quest’anno il tessuto produttivo padovano ha creato 490 posti di lavoro in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ma ci sono importanti distinguo. C’è chi cresce in modo importante e chi invece registra una netta frenata.
I NUOVI INGRESSI
L’analisi di Veneto Lavoro prende in considerazione tutti i tipi di contratto del personale dipendente: indeterminati, determinati, apprendistato e somministrazione. Il conto totale delle assunzioni, in grande ripresa lo scorso anno dopo l’incubo della pandemia, dice che nel primo trimestre del 2022 erano state 37.299 mentre quest’anno sono state 35.365: duemila in meno.
Una nota lieta arriva dall’agricoltura che torna a crescere dopo una fase difficile: 2.888 nuovi ingressi contro i 2.654 di un anno fa. Cala l’industria, che nel 2022 aveva fatto registrare una bella impennata: in tre mesi 10.974 assunzioni contro le 11.761 di un anno prima. Aumentano invece le assunzioni nel campo delle costruzioni trainate dal vento del superbonus: quasi mille in più.
Un importante segno positivo arriva alla voce “commercio e tempo libero”: da 5.307 a 6.139 assunzioni. Lieve calo invece per quanto riguarda ingrosso e logistica.
SALDO E CESSAZIONI
Attenzione, però. Il dato sulle assunzioni è parziale perché alla fine il vero termometro viene dato dal saldo tra nuovi contratti e contratti cessati (dimissioni, licenziamenti e pensionamenti). I posti di lavoro complessivi passano infatti da 5.516 a 5.026. Aumentano nell’agricoltura e nel commercio ma calano nell’industria e nelle costruzioni, due settori dove nel 2022 il boom era stato davvero fragoroso.
Continuano a crescere intanto anche le dichiarazioni di immediata disponibilità, le cosiddette “Did” rilasciate ai centri per l’impiego da chi è senza lavoro. Nel primo trimestre dell’anno scorso erano state 5.600 mentre quest’anno hanno raggiunto quota 6.000.
L’ASSOCIAZIONE
Segue con grande attenzione l’andamento del mercato del lavoro Patrizio Bertin, presidente padovano dell’Ascom. «La situazione che si era creata durante la pandemia era davvero anomala, tanti lavoratori in cassa integrazione avevano cercato nuovi posti di lavoro passando dai comparti della ristorazione e del commercio a quelli dei trasporti e della logistica – commenta -. C’è stato un fuggi fuggi generale e ora si sta lentamente tornando alla normalità. Siamo però ancora alla fase iniziale di questa ripresa: ci sono ancora tanti posti disponibili».
Le categorie più ricercate sono soprattutto nel campo della ristorazione (dai camerieri ai cuochi) ma ora mancano anche commessi e commesse. «Una nota lieta arriva però dal mondo delle pasticcerie – continua Bertin -. Quello del pasticcerie è un lavoro creativo e di fantasia, tanti giovani si stanno avvicinando e le scuole ci stanno mandando molti ragazzi in gamba».
Allargando lo sguardo, per il presidente Ascom «c’è bisogno di nuova forza lavoro. I dati dicono che tra cinque anni in tutto il Veneto nel mondo del commercio mancheranno 150mila lavoratori. Ci sarà un vuoto e questo deve preoccupare la politica».
Ma gli stipendi sono adeguati? «Vanno alzati, altrimenti ci sarà un nuovo calo dei consumi -risponde secco Bertin -. Stiamo lavorando a livello nazionale, l’auspicio è che con i sindacati si arrivi presto ad un’intesa».
IL SINDACATO
Fa leva invece sulle tipologie di contratto Samuel Scavazzin, segretario generale della Cisl Padova Rovigo.
«È importante che la ripresa delle assunzioni si basi su contratti che diano stabilità e non su contratti precari – sottolinea il sindacalista -. Mi auguro che le aziende investano sui lavoratori ma anche sull’impresa stessa che vuol dire un nuovo depuratore per una fabbrica ma anche una nuova cucina per un ristorante. A medio periodo l’investimento porta risparmi dei costi e l’aumento della produttività. È questo il momento».
Scavazzin, infine, accoglie con una parziale soddisfazione il dato sulle assunzioni nel comparto dell’agricoltura. «Purtroppo si parla spesso di contratti stagionali ma questa ripresa è un bel segnale per un settore che ha sofferto molto».