Stangati 6 locali: 15 lavoratori in nero
In seguito a numerosi controlli nei mesi di aprile e maggio, il comando provinciale della Guardia di Finanza ha scoperto lavoro nero e irregolare in sei esercizi commerciali di Padova e provincia, gestiti da cittadini italiani e cinesi.
I SINDACATI: “E’ UN FENOMENO CHE RIGUARDA SOPRATTUTTO I GIOVANI”
«Mi verrebbe da fare questa battuta: niente di nuovo sotto il sole». Bisogna proprio ammetterlo, a leggere la notizia dell’ennesimo accertamento di lavoratori irregolari, verrebbe da ripetere la stessa frase di Massimo Zanetti. Diverse, infatti, sono le ragioni che sembrano condurre a questo tipo di comportamenti e li rendono così attrattivi.
Così, il sindacalista della Uil commenta la notizia: «Sono storie che conosco molto bene e di cui sento parlare tutti i giorni e spiega le motivazioni che provocano questi fenomeni – un primo problema è la mancanza di controlli, si fa fatica a farli perché sostanzialmente manca il personale ispettivo. Il secondo problema sta nelle scelte politiche sul lavoro fatte in questi anni, che invece di diminuire la precarietà del lavoro, si è continuato ad aumentare da dodici mesi a ventiquattro mesi il lavoratore a termine. La somma fa il totale: meno controlli, più una situazione legalizzata di precarietà e questo il risultato finale. Per questo non sono stupito, ma arrabbiato».
Chiaramente il lavoro irregolare non è legato soltanto alla condizione di precariato, ma anche e soprattutto un annientamento delle garanzie per il lavoratore, cosa che il lavoro nero non offre come ci tiene a sottolineare Samuel Scavazzin Cisl: «Guadagnare dieci euro in nero adesso significa non avere nulla di garantito per il futuro. Perché è sempre il lavoratore poi a rimetterci pesantemente sia in termini di salute che di sicurezza. Dopodiché, nella tragicità della notizia è comunque positiva, perché non si possono sfruttare i lavoratori e realizzare una concorrenza sleale nei confronti di chi lavora onestamente e sul settore aggiunge effettivamente questo tipo d’attività richiedono molto manodopera, però questa deve essere specializzata. Ci vuole tanta formazione e informazione nei confronti dei lavoratori».
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