Alleanza tra lavoratori e imprese, al via la raccolta firme della Cisl
«CONCRETO IL RISCHIO CHE MOLTE RISORSE DEL PNRR NON VENGANO UTILIZZATE»
La Cisl propone una legge di iniziativa popolare sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione, organizzazione, risultati e proprietà dell’impresa, in attuazione dell’articolo 46 della Costituzione. Cisl Padova Rovigo avvia ora la campagna di raccolta firme per sostenerla. Quattro le tipologie di partecipazione: gestionale, economico-finanziaria, organizzativa e consuntiva.
«Tutto questo – afferma Samuel Scavazzin, segretario generale Cisl Padova Rovigo – non può essere calato dall’alto, ma va attuato tramite la contrattazione, strumento fondamentale specie in un tessuto produttivo come quello locale, caratterizzato dalla piccola e media impresa, per affrontare la progressiva frammentazione del sistema produttivo, l’aumento delle disuguaglianze, l’erosione dei salari, la scarsa capacità di gestire la delicata fase di transizione dimostrata dalla politica e dall’impresa». Scavazzin ha ricordato anche il patto per l’industria italiana proposto dalla Cisl nazionale, per la creazione di una “cabina di regia” sul manifatturiero a livello nazionale che prevede anche la definizione di politiche industriali a livello territoriale, con il coinvolgimento di istituzioni, sindacati e imprese e il supporto di università e centri di ricerca.
Tre i macro-scenari da analizzare secondo il segretario generale di Cisl Veneto Gianfranco Refosco. Il primo: l’andamento macroeconomico locale. «La recessione prevista non c’è stata, ma stanno arrivando questioni importanti per il futuro del territorio: la transizione ambientale interessa elementi trainanti per il Veneto come automotive ed edilizia. Sulle scelte già impostate dalla Ue, le grandi imprese stanno facendo strategia e ciò impatterà il nostro manifatturiero. La Regione ha disposto il piano energetico cui vogliamo contribuire con le nostre controproposte. Il Veneto non è autosufficiente dal punto di vista energetico e nel piano non ci sono ambizioni per recuperare equilibrio di produzione. Forte calo delle nascite e invecchiamento della popolazione mettono in crisi il welfare pensionistico». Il terzo tema è il macroeconomico. «Già nel bilancio 2024 – prosegue Refosco – in base al Def non ci sono risorse per la crescita e l’evoluzione 2025/26. Su questo scenario pesa l’aumento del costo degli interessi sul debito, che ricadrà sulle risorse destinate al sociale. Concreto il rischio che molte risorse del Pnrr non verranno utilizzate. La vittima destinata è il lavoro, che rischia una grande svalorizzazione».