Primo Maggio Padova
È già tutto pronto per la tradizionale Festa dei Lavoratori, che quest’anno capita di lunedì. La storica festa, organizzata come sempre in piazza dei Signori alle 10 dalle segreterie generali di Cigil, Cisl ed Uil, sarà intitolata ai 75 anni della Costituzione e della «Repubblica democratica fondata sul lavoro». Dopo una parentesi musicale della band dei “Sinquenschei”, i saluti iniziali saranno portati dal vicesindaco Andrea Micalizzi, dal vicepresidente della Provincia Vincenzo Gottardo, dalla magnifica rettrice dell’università Daniela Mapelli e dal vicario episcopale della Diocesi don Luca Facco.
I comizi sindacali saranno invece affidati a Massimo Zanetti, Samuel Scavazzin ed Aldo Marturano Sferra, rispettivamente segretari generali di Uil, Cisl e Cgil. A seguire tutti ancora in piazza con le musiche dal palco di Francesco Pintus e Marco Nimis ed il rinfresco popolare servito dai pensionati dei tre sindacati confederali.
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«Il Primo Maggio 2023 sarà dedicato alla Costituzione, che è la legge fondamentale dello Stato, che contiene valori e principi inscindibili – spiega Aldo Marturano, numero uno della Cgil – La Carta nasce dall’antifascismo come frutto e risultato del superamento di una fase storica segnata dalla guerra e dalla dittatura. Con la nostra Costituzione i padri costituenti vollero stabilire principi e fissare valori che evitassero il ripetersi delle tragedie, da cui, pagando un prezzo carissimo, si era appena usciti. Non a caso ci misero al centro il lavoro. Oggi, 75 anni dopo, questo resta un tema attuale perché sul fronte del lavoro c’è un pesante arretramento dei diritti. Davanti agli occhi vediamo tanto lavoro povero, precariato a iosa, sfruttamento a vario titolo. Tutti disvalori che accadono anche nella nostra provincia. Sono tutti parametri che, purtroppo, provocano anche una pesante astensione al voto. La Costituzione contiene tante cose, tra cui l’uguaglianza, la solidarietà, il ripudio alla guerra e la necessità che tutti concorrano alle spese pubbliche sulla base della propria capacità contributiva. Ma l’indissolubile legame tra lavoro, dignità della persona e democrazia non può mai venire meno. Questa è l’importante lezione che ci diedero i nostri padri costituenti. Dopo 75 anni non è certo il caso di dimenticarla».
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