Chiudono tredici sportelli bancari «Sempre più cittadini senza filiali». Tra Padova e Rovigo, 38mila persone senza una banca»

La preoccupazione del sindacato sulla desertificazione bancaria. Pani: «Colpite le aree più disagiate»

Si chiama “desertificazione” e non ha nulla a che fare con la siccità di questi mesi. L’aggettivo “bancaria” spiega meglio il fenomeno: nel giro di pochi anni, e con sempre maggiori accelerate, gli istituti bancari stanno chiudendo le loro filiali nel territorio.

… (Continua a leggere l’articolo in pdf dal Mattino di Padova del 19.03.2023)

PADOVA – Chiudono le filiali, una dopo l’altra. E la comunicazione diretta con i consulenti bancari ma anche un semplice consulto diventa un miraggio. È di qualche settimana fa l’ufficializzazione data ai sindacati dal primo gruppo bancario italiano, Intesa Sanpaolo: entro il 2025 in Italia chiuderà 1 filiale su 3. Oltre alle 50 già chiuse nel 2022, si aggiungono 450 nel corso del 2023 (delle quali 13 nelle province di Padova e Rovigo, solo in questa prima parte dell’anno) le restanti tra il 2024 e 2025. «La desertificazione bancaria colpisce le aree più disagiate, i dati del Veneto e delle nostre province sono impietosi — dice la Cisl — si contano infatti 38mila persone tra Padova e Rovigo che risiedono in comuni senza alcuno sportello bancario ma anche 2.350 imprese (1.250 a Padova e 1.100 a Rovigo) e tenendo conto che solo il 54% della popolazione nella nostra regione usa l’Internet Banking (il dato nazionale è ancora inferiore e arriva al 45%) l’annuncio non può che preoccupare».

La Cisl ha, in più occasioni già in passato, denunciato il fenomeno della «desertificazione bancaria» istituendo un apposito Osservatorio nazionale che analizza i dati di Banca d’Italia, Istat ed Eurostat e ora, numeri alla mano, da l’allarme. «Nel cuore del Nord Est, che da sempre si contraddistingue per innovazione ed efficienza, assistere a questo fenomeno lascia senza parole — dice Cisl — per prelevare denaro al bancomat si rischierà di percorrere molti chilometri e questo se consideriamo che c’è una buona parte di popolazione anziana diventa proibitivo». Non tutti, infatti, sono in grado di usare l’home banking o possono spostarsi in auto. L’assenza delle filiali taglierebbe fuori una parte di popolazione.«In un territorio con problematiche di organizzazione, sostenibilità, welfare sociale e un’elevata quantità di persone anziane o fragili, questo ulteriore depauperamento creerà un vuoto importante tra i servizi e il territorio» dice il segretario generale della Cisl Padova e Rovigo Samuel Scavazzin. «L’abbandono del presidio bancario ricade su tutta la collettività, soprattutto sulle aree più disagiate della bassa padovana e del polesine, lasciando scoperte le funzioni essenziali come, ad esempio, la gestione del credito che potrebbe finire in mano della criminalità organizzata — aggiunge il Segretario della First Cisl di Padova e Rovigo Alessandro Pani -— il ricorso ai canali digitali non può diventare l’unica strada dell’attività bancaria, la consulenza personalizzata è ancora fondamentale per permettere a famiglie ed imprese un corretto accesso ai servizi, che si tratti di credito o di investimenti».