Spopolamento polesine: Mezza provincia tagliata fuori

Alto Polesine e Delta poco attrattivi anche per l’assenza di collegamenti.

Scavazzin (Cisl): “Fondamentale portare nuove imprese a investire qui”

ROVIGO – Un Polesine più attrattivo per combattere il fenomeno dello spopolamento e incentivare le famiglie a stabilirsi nel territorio. Più servizi, migliori collegamenti e un mondo del lavoro più stimolante, tra le priorità da sviluppare nell’immediato.
“Il fenomeno del crollo demografico è sicuramente serio – spiega Samuel Scavazzin, segretario generale della Cisl di Padova e Rovigo – per contrastarlo è necessario dare attrattività al territorio polesano, con servizi non solo alla persona, ma legati anche alla possibilità di lavoro o di trovare facilmente un’abitazione”.
Servizi che, secondo Scavazzin, per trovare le condizioni di crescita giuste devono essere strettamente legati ad un dialogo efficace con le forze politiche. “Pochi giorni fa come rappresentanti della funzione pubblica Cisl, Cgil e Uil abbiamo illustrato l’importanza del ruolo della negoziazione sociale, come strumento di confronto con le amministrazioni pubbliche per
tentare di risolvere i problemi della cittadinanza – continua – misure di contrasto alla povertà, politiche socio sanitarie, come i servizi territoriali e domiciliari ad esempio, governance locali e progettualità. Per questo riteniamo che il dialogo con le amministrazioni sia fondamentale per capire a che punto siamo e dove possiamo andare”.
Serve quindi un collante che dia l’input per partire, ma per farlo serve la collaborazione di tutti e, cosa fondamentale, serve un intervento  immediato. “Serve lavorare in sinergia, soprattutto con le figure che meglio possono cogliere le necessità dei cittadini e dei comuni – aggiunge – in questo crediamo che anche la Provincia possa giocare un ruolo fondamentale perché li rappresenta tutti”.
A pesare, soprattutto in alcune zone più critiche come il Basso e l’Alto Polesine, sono l’assenza di servizi, e la mancanza di collegamenti a quelli disponibili in altre città. Autostrade ma anche collegamenti ferroviari che spingono i residenti a cercare di avvicinarsi a realtà più grandi dove questi servizi sono disponibili e raggiungibili.
“Le famiglie devono quindi spostarsi altrove e questo non crea solo abbandono del territorio ma anche un problema di nascite – conclude Scavazzin – i dati lo confermano perché proprio il territorio del Polesine nell’anno precedente ha registrato numeri estremamente negativi”.
La soluzione diventa quindi una sola: creare interesse e motivazione per chi decide di rimanere e per chi, invece, potrebbe arrivare. “Servono imprese che vogliano investire in Polesine, azioni che siano tese nella direzione dei giovani lavoratori, politiche attive che guardino al mondo del lavoro nel nostro terrritorio – conclude – servono oggi, e devono interessare i lavoratori di oggi. Non è possibile attendere che i bambini nati negli ultimi anni raggiungano l’età lavorativa, per questo crediamo che il dialogo ed il confronto debba necessariamente iniziare prima possibile”.