Mercato del lavoro: 9.000 assunti in più
PADOVA Guardando il dato principale il bicchiere è sicuramente mezzo pieno: 84.521 nuovi contratti sottoscritti nell’ultimo anno, novemila assunzioni in più rispetto al 2021. Il mercato del lavoro torna a crescere e si lascia definitivamente alle spalle i mesi più cupi della pandemia. Ascoltando gli appelli degli imprenditori, però, quello stesso bicchiere è anche mezzo vuoto: dalle grandi ditte industriali ai piccoli ristoranti, dai parrucchieri agli impresari edili, sono decine le categorie che non riescono a trovare un numero adeguato di addetti per sostenere pienamente la ripresa. E a completare un quadro decisamente complesso ecco i sindacati: «Sì, è vero, l’offerta di lavoro è aumentata. Ma ci sono ancora troppi contratti precari, serve più stabilità». E’ quanto emerge analizzando i dati padovani dell’ultimo report sul lavoro dipendente stilato da Veneto Lavoro, l’ente della Regione che monitora mese dopo mese l’andamento dell’occupazione in tutte le province.
Partiamo dal numero principale. Nei primi undici mesi del 2022 le nuove assunzioni sono state appunto 84.521 mentre nel 2021 erano state 75.005 e nel 2020 erano state 61.271. Sono cresciuti soprattutto due comparti: i servizi e l’industria.
Se consideriamo anche i rapporti di lavoro terminati (per dimissioni, licenziamenti, mancati rinnovi o pensionamenti) quest’anno il saldo è stato di 8.984 posti di lavoro in più, in leggera flessione rispetto ai +9.651 del 2021, quando però c’erano interi comparti come il turismo che dovevano ripartire da zero dando il via quindi a nuove assunzioni di massa.
LE USCITE
È importante analizzare anche il quadro della disoccupazione basato sulle cosiddette Did, dichiarazioni di immediata disponibilità rilasciate ai Centri per l’impiego. In tutto l’anno sono state 22.466, in aumento di 100 unità rispetto all’anno precedente. Nonostante la ripresa, quindi, è ancora altissimo il numero di persone che cercano lavoro.
L’INDUSTRIA
Il paradosso, però, è che nel Padovano si contano moltissimi settori in difficoltà perché non riescono a reperire addetti. L’esempio più annoso riguarda gli ormai noti meccatronici, figure che sappiano coniugare competenze meccaniche e abilità nell’utilizzare i macchinari elettronici tipici delle nuove industrie. Quelli che si diplomano nelle scuole specializzate trovano immediatamente lavoro e ne servirebbero sempre di più, come ripete continuamente Confindustria.
LA RISTORAZIONE
Un altro comparto alla costante ricerca di personale è quello della ristorazione e a tal proposito gli appelli dell’Appe si rincorrono da mesi. In piena pandemia moltissimi addetti avevano scelto di cambiare lavoro scegliendo altre mansioni che in quel momento offrivano più garanzie di tenuta (dal magazziniere all’autotrasportatore) e ora il gap deve ancora essere colmato. Mancano soprattutto le professionalità intermedie come aiuto-cuoco, aiuto-pizzaiolo e così via. Due i problemi principali. Il primo: molti giovani preferiscono non lavorare alla sera e nei weekeend. Il secondo: gli stipendi spesso non sono considerati allettanti.
GLI ARTIGIANI
L’ultima associazione di categoria a farsi sentire è stata invece Confartigianato. I settori a vocazione artigiana che hanno registrato le maggiori carenze di personale sono stati i trasporti, la meccanica e l’edilizia. Il settore dei trasporti si è scontrato con una difficoltà di reperimento superiore al 54% e la carenza di autisti sia per Busitalia sia per le aziende private è nota. Il comparto meccanico ha ricercato 640 figure ma ne ha trovate meno della metà. La difficoltà di reperimento di personale più grave l’ha registrata però il settore edile, un comparto spinto dall’effetto Superbonus. «Le nostre imprese non riescono a trovare un lavoratore su due ha spiegato il presidente di Confartigianato Imprese Padova Gianluca Dall’Aglio -. Si tratta di un problema che sta penalizzando fortemente l’artigianato. Davanti alle commesse che ci arrivano dobbiamo sempre domandarci se abbiamo il personale necessario per far fronte al lavoro che ci viene richiesto. Questo significa che anche le aziende con forti margini di crescita si trovano costrette a frenare le loro ambizioni».
LA SANITÁ
Non va dimenticato nemmeno il comparto sanità: sono soprattutto le case di riposo a denunciare ogni giorno la carenza di infermieri e oss, ultimamente chiamati sempre più spesso dall’estero per sopperire alle carenze delle strutture locali.
LA CISL
«La ripartenza del mercato del lavoro è evidente e lo vediamo in diversi ambiti, dal bacino termale al settore agroalimentare – conferma Samuel Scavazzin, segretario generale Cisl Padova Rovigo – . Purtroppo tanti contratti sono anche precari. Bisogna continuare a fare sinergie tra sindacati, istituzioni, politica e imprese affinché ci sia un progetto a medio-lungo termine per dare uno sviluppo serio al nostro territorio. Solo unendo le forze si può creare una formazione continua per rispondere alle esigenze del mercato».