Padova – Imu scontata per gli affitti “concordati”

Il Comune pronto a tagliare l’aliquota per i contratti ridotti di almeno il 15%. Imposta più alta per case vuote e Airbnb.

Continuano le indagini da parte del Comune per risolvere il “caso Case”. Per riuscire a far fronte alla grave emergenza abitativa che ha caratterizzato la vita della città durante il 2022, la Giunta ha approvato una delibera che prevede la rimodulazione dell’aliquota Imu attraverso l’abbassamento dell’imposta per i proprietari che affittano i loro immobili con un contratto a canone concordato. Va specificato che le “spese” diminuiranno solo per i locatari che manterranno un canone inferiore del 15% (almeno) rispetto a quello massimo previsto dagli accordi territoriali vigenti. COME FUNZIONALo “stratagemma incrociato” previsto per incentivare questo tipo di contratti non prevede solo un’agevolazione rispetto alle relative aliquote, ma anche un parallelo innalzamento della rata applicabile alle abitazioni affittate con contratto a canone libero (ovvero deciso dal proprietario), sfitte o locate a scopi turistici. Di fatto la grande penuria di alloggi determinata dal vertiginoso aumento del numero di studenti fuori sede iscritti all’Università, coadiuvato dalla ripresa delle lezioni in presenza dopo la “pausa pandemica”, si associa all’incremento degli affitti “temporanei” – sul modello Airbnb – per chi viene a trascorrere brevi periodi di vacanza a Padova. Il tema è stato oggetto di valutazione durante i numerosi incontri che hanno coinvolto, oltre all’amministrazione comunale, anche i rappresentanti dell’azienda per il diritto allo studio, quelli delle associazioni degli inquilini, delle associazioni studentesche e di alcune delle principali associazioni dei proprietari immobiliari. L’ITERLa proposta, avanzata dall’assessore ai Tributi Antonio Bressa e dall’assessora alle Politiche abitative Francesca Benciolini, sarà approfondita oggi in occasione della II Commissione per poi essere discussa nel corso del prossimo consiglio comunale fissato per lunedì 19 dicembre. Ma veniamo ai numeri. Ad oggi le aliquote Imu corrispondono all’1,02% per chi possiede una casa sfitta, così come per chi affitta con un contratto canone libero. Per chi utilizza il canone concordato, ma l’abitazione non risulta coincidere con la residenza dell’inquilino l’aliquota è dell’1,02% (ridotta del 25%). Scende allo 0,82% (anche in questo caso ridotta di un ulteriore 25%) la percentuale prevista per chi utilizza il canone concordato per case locate a titolo di abitazione principale del conduttore (ovvero dove l’inquilino risulta residente). La nuova delibera propone l’abbassamento dell’aliquota per chi utilizza il canone concordato sia nel caso in cui l’inquilino non trasferisca la residenza (dall’1,02% allo 0,95%), sia nell’eventualità in cui, da contratto la casa affittata coincida con l’abitazione principale dell’affittuario, con una conseguente riduzione dallo 0,82% allo 0,76% (in entrambi i casi è previsto un abbassamento ulteriore del 25%). Ma se per gli affittuari “a lungo termine” potrebbe essere giunto il tempo degli sconti, per chi utilizza il canone libero e per i proprietari di case sfitte o utilizzate per ospitare turisti, l’aliquota rischia invece di alzarsi all’1,06%, facendo diventare un po’ meno conveniente l’affitto “mordi e fuggi” in chiave turistica.

IL DATO: Più di 5000 gli edifici vuoti
 
Ci sono più di 5000 case vuote in città. Dopo la pandemia e con il boom del turismo gli studenti quest’anno hanno faticato a trovare alloggi. Il Comune, con l’assessora alla Casa Francesca Benciolini cerca una soluzione.

Il sindacato Sicet aveva scritto al Comune per sollecitare il provvedimento «Bisogna avere coraggio e trovare soluzioni realizzabili»

«Tutti i costi sono in crescita è l’unica strada percorribile»

Il Sindacato inquilini casa e territorio (Sicet) indica una strada per superare l’emergenza abitativa, almeno in parte. Il sindacato della Cisl ha scritto una lettera all’assessora alla Casa, Francesca Benciolini, e al collega al Patrimonio, Antonio Bressa, chiedendo al Comune di incentivare i proprietari di immobili ad affittare a canone concordato. «Le condizioni socio-economiche che hanno portato alla stipula dell’accordo del 2019 sono molto diverse da quelle odierne e se già allora si poteva parlare di emergenza abitativa per alcune fasce della popolazione, ora è divenuta pressoché insostenibile per la maggior parte dei conduttori, tra caro bollette, inflazione, aumento dei generi alimentari e spese condominiali», afferma la segretaria del Sicet, Giulia Zago. «Dall’incontro della settimana scorsa in Comune è emersa la necessità di avviare un processo che tenda alla calmierazione dei prezzi delle locazioni». Sul tavolo numeri, dati e crisi statistiche: secondo la rilevazione dei prezzi al consumo del Comune, a ottobre gli affitti reali sono aumentati dello 0,9 rispetto allo stesso mese del 2021 e dello 0,2 rispetto a settembre, le spese per riparazioni e manutenzioni del 4,9 e i prodotti necessari del 12,8. Le bollette sono cresciute del 125,3 rispetto all’anno precedente e del 40,8 in un mese. Considerando solo l’energia elettrica, l’aumento è del 174,8. La raccolta rifiuti è aumentata del 6,9. «Serve una riduzione dell’Imu per le locazioni agevolate, è l’unica via percorribile al momento», continua la sindacalista. «Ad oggi infatti il Comune prevede che alle locazioni si applichi l’aliquota Imu dello 1,02%. Solo nel caso in cui si stipuli un contratto concordato “3+2” e i conduttori siano tutti residenti, è prevista un’aliquota inferiore, pari allo 0,82%». Secondo la segretaria territoriale della Cisl Stefania Botton, per affrontare l’emergenza abitativa è necessario proporre condizioni più vantaggiose per chi affitta: «Bisogna avere coraggio e proporre condizioni realizzabili e che rappresentino un effettivo vantaggio per i locatari, intervenendo sugli sconti e sull’aliquota. Altrimenti i primi a rimetterci saranno gli inquilini, perché i contratti a canone concordato si attesteranno sempre sul massimo di fascia».