Produzione frenata e rischio povertà
ECONOMIA – Molte aziende costrette a rallentare e fare ricorso alla cassa integrazione.
Cgil, Cisl e Uil: “Imprese e lavoratori in difficoltà, se non si interviene ci saranno mesi molto duri”
ROVIGO – Costi energetici alle stelle. Molte imprese si preparano a ricevere bollette da paura, in molti casi sono già arrivate, facendo così schizzare i costi di produzione a livelli insostenibili. E rischia di andare in tilt, a cascata, l’intero sistema economico, perché i costi vertiginosi rischiano di essere seguiti da grossi problemi per la tenuta del mercato del lavoro, e quindi famiglie in difficoltà e a rischio povertà e inflazione che autolimenta se stessa. Un autunno a tinte fosche si avvicina sul Polesine e sull’intera Italia. L’esempio delle Cartiere del Polesine è solo quello più evidente, con costi energetici impazziti e 170 posti di lavoro, che diventano 400 con l’indotto, sottoposti a grossi punti di domanda.
“Purtroppo – spiega Pieralberto Colombo , segretario polesano della Cgil – i prossimi mesi saranno duri, sia per le grandi aziende che per i piccoli artigiani. E di conseguenza anche per lavoratori e famiglie. Ci aspettiamo un aumento del ricorso alla cassa integrazione perché molte imprese dovranno rallentare la produzione – cosa che peraltro avviene già da alcuni mesi – per contrastare l’aumento di bollette e materie prime. Ed anche il mondo del lavoro ne risentirà, negli ultimissimi mesi in Polesine si sono persi un centinaio di posti di lavoro solo con il mancato rinnovo di contratti a termine. E le cose potranno peggiorare in autunno.
Occorre fare qualcosa, a partire dal mettere un tetto al costo del gas, e sono cose che deve fare il governo. E poi aumentare il valore del lavoro”.
Visione analoga da parte di Samuel Scavazzin, segretario della Cisl: “Imprese e lavoratori sono sulla stessa barca, occorre mettere un freno agli aumenti dell’energia e ridurre il cuneo fiscale per diminuire il costo del lavoro. Ma non mi faccio illusioni che queste cose possano avvenire nel giro di poche settimane, siamo in campagna elettorale e per un mese temo che
succederà ben poco”.
Sia Colombo che Scavazzin sottolineano come a pagare un salasso saranno soprattutto le aziende più energivore “per non dire dei tanti artigiani grandi e piccoli che dovranno sostenere aumenti che non potranno essere interamente riversati sul consumatore o sul cliente finale. A pesare inoltre è l’incertezza, il non sapere quando questi costi insostenibili potranno durare. Perché la catena cassa integrazione-rallentamento produttivo-riduzione del salario rischia davvero di diventare un circolo vizioso”.
Insomma l’autunno caldo rischia di diventare incandescente con ritmi produttivi “che dovranno rallentare nonostante i segnali di ripresa dei mesi scorsi e nonostante mercati di riferimento non in crisi”.
Ma se i costi superano di gran lunga il guadagno, per quanto si potrà continuare? Gino Gregnanin, della Uil di Rovigo spiega che “ci stiamo avviando verso una fase molto difficile per i lavoratori e le aziende. La crescita in parte speculativa del costo dell’energia, l’aumento e la difficoltà di reperire materie prime, l’inflazione reale che ha già superato le due cifre e che non accenna ad arrestarsi sono una miscela esplosiva per il mondo economico e sociale. La discussione in Polesine in questi giorni è giustamente incentrata sulle preoccupazione della Cartiera di Loreo essendo un’azienda altamente energivora, ma non è che la punta dell’iceberg. Sarebbe stato meglio affrontare questa contingenza con un governo in carica, ma la democrazia ha le sue regole che vanno rispettate. Ci sarà la necessità che il governo che uscirà dalle urne il 25 settembre affronti celermente e con decisione queste problematiche. Al fianco della azioni di governo andranno messe in campo azioni a livello locale per reperire risorse per il nostro territorio. In questa direzione avevamo già evidenziato la questione degli extra profitti
delle aziende che si occupano di energia”.