Col fondo “Sani In Veneto” l’autonomia si fa assistenza
Con Progetto Vita la struttura integrativa fondata da artigiani e sindacati con 140mila iscritti di 40mila imprese inizia ad occuparsi anche di invalidità.
Si chiama Progetto Vita la nuova tutela sulla non autosufficienza ideata da Sani in Veneto, il Fondo di assistenza integrativa regionale per i lavoratori dell’artigianato costituito, per la parte datoriale, da Confartigianato Imprese, Cna, Casartigiani del Veneto, e per la parte sindacale da Cgil, Cisl e Uil.
Nel segno della bilateralità, della solidarietà e della territorialità, allo scopo di ridurre la spesa sanitaria rimborsando i lavoratori, ogni anno il Fondo evade in Veneto 230 mila prestazioni (dalla visita odontoiatrica alle spese per la gravidanza), coinvolgendo 6 mila centri medici a disposizione dei suoi 140 mila iscritti di 40 mila imprese, che possono rivolgersi a più di 200 sportelli per ottenere importi e semplici informazioni.
COLLABORAZIONENon solo. La copertura è rivolta anche alle famiglie, agli imprenditori, ai soci e collaboratori. «Si tratta di un fondo autonomo – dice il presidente Antonio Morello – non c’è una terza parte assicurativa che talvolta rischia quasi di contrapporsi, ma siamo direttamente noi a raccoglie i fondi per distribuirli, il tutto grazie alla straordinaria sinergia con i sindacati, una collaborazione capace di eludere conflitti inutili e disagio sociale».
Dal 2013, anno di nascita di questa realtà assistenziale, sono stati erogati 11 milioni e 700 mila servizi. «Restituiamo al territorio più dell’80% di quello che viene raccolto – sottolinea Morello -, lo rimettiamo in circolo, dimostrando che cosa significhi solidarietà, che si traduce con vicinanza». E poi le categorie più fragili e meno tutelate. «Siamo impegnati su progetti per anziani e giovani – chiarisce il presidente – quest’ultimi colpiti duramente dalla pandemia, ai quali vogliamo garantire assistenza socio-sanitaria».
Per Alfio Calvagna, vicepresidente di Sani in Veneto, «l’iniziativa non ha eguali in Italia, mentre in Europa proprio non esiste. Il fondo integra la sanità pubblica – prosegue – come sostegno dal punto di vista economico e socio-sanitario. L’anno scorso abbiamo aiutato 28 mila persone – aggiunge – e oggi facciamo un passo in avanti con la non autosufficienza, anche momentanea, per malattia o infortunio».
Il Progetto Vita supporta indistintamente tutti e lavora sulla rendita. «Interviene al verificarsi dell’evento invalidante garantendo subito mille euro per affrontare le spese – spiega il direttore Gimmy Trabucco – In più, l’iscritto continua a ricevere aiuto per tutta la durata della non autosufficienza. Infine, oltre alle problematiche fisiche quotidiane, sosteniamo le persone colpite anche dalle non autosufficienze cognitive e degenerative come Alzheimer e Parkinson. Il progetto funziona – conclude – grazie alla vicinanza delle parti costituenti e alla voglia di creare qualcosa di nuovo».