“Basta con le discriminazioni”
Stefania Botton (Cisl): “Ci sono ancora troppe disparità sul lavoro”
“Occorre recuperare il gap salariale e nelle apicalità professionali. Soprattutto nel settore privato”.
Rovigo – Donne e lavoro, esistono ancora discriminazioni di genere? Sì, e sono anche molto evidenti. Soprattutto in Polesine. A rispondere è la sindacalista della Cisl, Stefania Botton, che descrive un’immagine del Polesine dove, purtroppo, le donne che raggiungono ruoli di apicalità sono davvero poche (il 6,3%), dove la donna è relegata a mansioni di basso profilo, dove il tasso di disoccupazione rosa è altissimo e dove il gap retributivo per la stessa mansione si attesta, in media, intorno ai 150 euro.
Ha assistito personalmente, o come sindacalista, a casi di discriminazione di genere sul posto di lavoro?
“Per chi come me proviene dall’ambiente del pubblico, posso confermare che fortunatamente le discriminazioni di genere sono davvero meno sentite sia per quanto riguarda il gap retributivo sia per quanto riguarda il raggiungimento dei livelli apicali. Purtroppo non si può dire lo stesso negli ambienti di lavoro del settore privato. Soprattutto in ambiti come ad esempio quelli del commercio e del turismo dove esistono grandi differenze di tipo retributivo sia nell’inquadramento iniziale e, soprattutto, le donne vengono relegate a mansioni di basso profilo. In alcune catene di supermercati ad esempio non esistono capi reparto donne. Le donne vengono destinate a ruoli come cassiera, amministrazione e gestione della cartellonistica e della grafica”.
In Polesine come siamo messi rispetto ad altre realtà?
“Per quanto riguarda la situazione lavorativa il Polesine vede le donne ovviamente ancora più penalizzate rispetto ad altri territori del Veneto. Ad esempio nel 2020 il tasso di disoccupazione femminile del territorio su cui la Cisl insiste è stato del 7,8% a Padova e ben del 9,7% nella provincia di Rovigo rispetto ad un tasso di disoccupazione della popolazione maschile rispettivamente del 5,3% a Padova e del 5% nella provincia di Rovigo. Ciò che salta molto all’occhio è anche l’orario di lavoro, che vede le donne molto penalizzate. Ad esempio gli uomini che sul territorio lavorano in regime di part-time si attestano al 3,9% contro un 33,37% delle donne. E per quanto riguarda la copertura generale delle posizioni dirigenziali a Rovigo solo il 6,3% delle donne riesce a raggiungere questi livelli. Eppure le donne percentualmente hanno titoli di studio più elevati, sono più istruite e più laureate dei colleghi maschi: la percentuale nella provincia di Rovigo si attesta all’11,9% contro l’8,8% dei maschi che raggiungono l’apice della carriera. Per quanto riguarda il gap retributivo lo scarto è attestato attorno ai 150 euro medi che vanno poi a differenziarsi molto sulla base della nazionalità o delle professionalità ricoperte”.
Per una sindacalista è più difficile o meno difficile rispetto a un sindacalista?
“Credo che si possa rispondere a questa domanda anche solo prestando attenzione al numero di sindacalisti e sindacaliste: le donne sono veramente molto poche rispetto ai colleghi uomini. Se devo guardare ad esempio nella mia Cisl le Segreterie Generali sono solo tre. Purtroppo questo è un lavoro che non conosce orari. E nemmeno festività e di conseguenza la conciliazione vita lavoro soprattutto per le donne che hanno figli è davvero complicata. Devo riconoscere però che essere donna non è mai stato un ostacolo per il raggiungimento delle figure apicali, io ne sono un esempio: sono stata la Segretaria della Cisl scuola fino a due anni fa e adesso sono nella Segreteria della Cisl Padova Rovigo e la Cisl si impegna anche a riconoscere la flessibilità nei confronti delle dipendenti donne che la richiedono.”