Amazon, timore trasferimenti

Rischio spostamenti di dipendenti dalla sede polesana a Vicenza, Venezia e Treviso

Samuel Scavazzin (Cisl): “La possibilità c’è, ma il tipo di lavoro è diverso tra i magazzini”

Amazon aumenta i suoi investimenti in Veneto: dopo quelle di Rovigo e Vigonza, sono imminenti le aperture di magazzini del colosso americano a Vicenza, Venezia e Treviso. E, su questo punto, i sindacati regionali sono intervenuti esprimendo il timore di un trasferimento di massa di lavoratori dalla sede di Vigonza a quelle di Vicenza e Venezia. Sullo sfondo c’è l’intesa sulle relazioni industriali siglata da Cgil, Cisl e Uil.

Il discorso in realtà si può allargare anche alla provincia di Rovigo ed è legittimo porsi una domanda: i dipendenti (o una loro parte), collocati nel magazzino che si trova tra San Bellino e Castelguglielmo, potrebbero essere trasferiti nelle nuove sedi che saranno aperte, ovvero a Vicenza, Venezia e Treviso?
Sul punto interviene Samuel Scavazzin, segretario generale della Cisl Padova Rovigo: “La possibilità di un trasferimento esiste, anche perché Amazon ha una gestione organizzativa basata sulla flessibilità. Ma c’è una differenza tra il centro Amazon che si trova in Polesine, a Castelguglielmo e San Bellino, e quelli di Vigonza o i prossimi che dovrebbero essere aperti a Vicenza, Treviso e Venezia”.
Samuel Scavazzin spiega il concetto: “Il magazzino che è in provincia di Rovigo è un centro di smistamento, in cui i pacchi vengono portati nelle altre sedi di Amazon appena citate. Invece, queste ultime sono dedicate alla distribuzione al consumatore. Infatti, si discute della possibilità che Amazon trasferisca i dipendenti da Vigonza ai nuovi centri proprio perché il tipo di lavoro è lo stesso, cioè la distribuzione: in sostanza, si sposterebbero lavoratori già formati a quel tipo di occupazione. Mentre a San Bellino-Castelguglielmo si lavora in modo diverso, ovvero allo smistamento: è da questo centro che i pacchi vengono trasferiti nei magazzini di Vigonza e, in futuro, a Vicenza, Venezia e Treviso. Tuttavia,” conclude il segretario generale della Cisl Padova Rovigo, “pur se di solito la scelta cade su dipendenti esperti, non è escluso che anche dal Polesine ci siano spostamenti di lavoratori in quelle sedi”. 

A livello regionale, il tema è stato affrontato dalla Cgil. “I nuovi insediamenti rappresentano senza dubbio un’opportunità, ma a patto che siano gestiti in maniera concertata. Cosa che non sta avvenendo”, spiega al Mattino, Romeo Barutta, segretario della Filt Cgil Veneto.
“Di questi giorni è la notizia del minacciato trasferimento di 160 dei 400 drivers di Vigonza, con destinazione Vicenza. Se ciò non avvenisse in maniera volontaria, saremmo di fronte a dei veri e propri licenziamenti mascherati, con il risultato peraltro di sostituire dei contratti a tempo indeterminato con dei contratti precari”.
In Veneto si parla di sette siti che copriranno le province di Rovigo, Padova, Vicenza, Verona, Treviso e Venezia. I lavoratori già attivi sono circa 2.300, altre centinaia, forse migliaia, saranno impiegati a breve.
L’assessore regionale alle politiche dell’occupazione, Elena Donazzan, si sta muovendo per convocare le parti per una riflessione preventiva.