La Cisl Padova Rovigo riparte, primo Consiglio Generale in presenza
Al Censer di Rovigo, venerdì 28 maggio, la Cisl riparte dall’innovazione sociale. I processi produttivi generati dalle nuove tecnologie impongono un cambiamento dei rapporti tra le imprese e lavoratori.
ROVIGO – La gioia di rivedersi dopo tanti mesi ha contrassegnato l’apertura del primo consiglio generale della Cisl Padova Rovigo, svoltosi venerdì 28 maggio al Censer di Rovigo, nel rispetto delle norme per il contenimento dei contagi. Una gioia oscurata tuttavia dal ricordo delle vittime del Covid, che ha segnato con i suoi lutti anche il sindacato, alle quali è stato dedicato un minuto di silenzio. Nella sua relazione introduttiva, il segretario generale Samuel Scavazzin ha tracciato un quadro della situazione attuale a livello nazionale, dei cambiamenti in atto, dei recenti accordi tra sindacati e governo, dei progetti resi possibili dal Pnrr e delle conseguenze delle chiusure sul sistema produttivo, per poi passare ad un esame delle difficoltà e delle prospettive per il territorio. A proposito degli incidenti sul lavoro, ha sottolineato “il rischio che una frenetica ripresa del lavoro faccia trascurare il rispetto delle regole” e ha ricordato la campagna organizzata in tutta Italia su questo tema, con il presidio svoltosi martedì scorso a Rovigo e quello in programma a Padova per martedì prossimo.
A proposito dei progetti per lo sviluppo che interessano il territorio, “vogliamo essere propositivi – ha detto Scavazzin – perché la ripresa garantisca criteri di sostenibilità sociale e inclusione. In Polesine abbiamo più volte chiesto alla Regione e alla Camera di Commercio di conoscere il piano strategico per l’attuazione della Zls, per il quale era stato annunciato il coinvolgimento delle parti sociali”. A proposito degli investimenti previsti per l’innovazione tecnologica, ha sottolineato l’importanza di puntare sulla formazione dei lavoratori. “Ma l’innovazione tecnologica – ha aggiunto il segretario – non porta vero progresso se non è accompagnata dall’innovazione sociale. E la Cisl dovrà ripartire proprio dall’innovazione sociale. I processi produttivi generati dalle nuove tecnologie impongono un cambiamento dei rapporti tra le imprese e lavoratori. Nel momento in cui l’economia sta ripartendo dobbiamo agire rapidamente per governare i cambiamenti in atto e riflettere sulla direzione che vogliamo imprimere a questo processo e sul ruolo che in esso vogliamo assumere”. Ampio spazio è stato dedicato alla famiglia, citando il Family Act e chiedendo anche che “vengano adottati tutti gli strumenti indispensabili a favorire un aumento della natalità, come investimenti per il lavoro stabile e servizi dedicati alle famiglie, come asili nido e servizi per l’infanzia gratuiti. Intendiamo svolgere anche su questi temi – ha concluso Scavazzin – un ruolo propositivo e partecipativo sul territorio, che si inserisca in questa nuova importante stagione di riforme”.
Il segretario generale della Cisl Veneto Gianfranco Refosco ha tracciato un quadro della realtà del lavoro uscita dalla pandemia, preferendo parlare di “sindemia”: l’insieme di diverse patologie. “Un virus molto pericoloso è quello delle disuguaglianze crescenti – ha detto – effetto di una polarizzazione sociale sempre più evidente. Un altro è l’instabilità geopolitica mondiale: vediamo quello che sta accadendo il Israele, in Bielorussia e in Colombia e in Myanmar. Cose che ci riguardano perché i fenomeni lavorativi hanno dimensioni globali”. Refosco ha anche ricordato il contributo della Cisl alla campagna vaccinale. “Ma ci vuole un vaccino anche contro le disuguaglianze. Il mercato del lavoro si sta polarizzando. Sta sparendo il lavoro standard e cresce la domanda di lavoro di alta e di bassa qualità. Serve tenere il punto sulla questione del rischio sociale di uno sblocco dei licenziamenti, ma dobbiamo anche prepararci ad uscire dal blocco dei licenziamenti, contrattando subito le modalità con cui andremo a gestire le crisi”.
Le conclusioni sono state affidate al segretario nazionale della Cisl Andrea Cuccello: “E’ stato un periodo durissimo – ha detto – e lo è tuttora. La Cisl c’è stata. In Veneto in particolare si è esposta sui vaccini. Ora il Paese sta cercando di ripartire. Il Pnrr sta muovendo risorse veramente importanti”. Tema degli appalti: “E’ una discussione parziale su un tema primario. Le imprese stanno diventando sempre più piccole. Se non si fa in modo di riqualificare i settori e non si favorisce la possibilità delle aziende di aggregarsi, aggiornando le competenze, non si permette loro nemmeno di avere una stabilità finanziaria. E imprese sempre più piccole possono più facilmente diventare obiettivo anche della malavita organizzata. La tendenza di agire attraverso la legge delega impedisce che si apra una partita a tutto campo. Inutile parlare di sicurezza sul lavoro finché non si crea una cultura della qualificazione delle imprese. Se vogliamo far ripartire il Paese abbiamo bisogno di dare certezze alle persone innanzitutto attraverso il lavoro, con investimenti che devono essere sbloccati soprattutto sulle infrastrutture e per tutti quei settori che hanno bisogno di essere sostenuti”.