Safilo. Il presidio davanti alla sede di Padova
Rabbia e gelo questa mattina a Padova tra i lavoratori della Safilo che hanno scioperato insieme a quelli di Longarone e Martignacco, per dire no al piano di ristrutturazione dell’azienda che prevede 700 esuberi, 50 dei quali nella sede di via Settima strada, dove lavorano attualmente un migliaio di persone. Numerosa è stata anche la partecipazione al presidio organizzato da Femca Cisl, insieme a Filctem e Uiltec, con le Rsu aziendali, dalle 8 alle 10.
“Nonostante la pioggia e il freddo e nonostante le pressioni da parte della dirigenza – ha commentato Sergio Polzato, di Femca Cisl – la partecipazione al presidio da parte delle lavoratrici e dei lavoratori è stata massiccia. Il paradosso di questo capitalismo industriale è che il settore dell’occhialeria sta andando alla grande. Tutti gli studi prevedono un futuro roseo. E’ impensabile che con simili prospettive la Safilo decida di licenziare 700 dipendenti”.
Al presidio era presente anche Samuel Scavazzin, dell’Ust Cisl Padova Rovigo. “La Cisl intende sostenere – ha detto – insieme alla Femca, la necessità di governare il processo di cambiamento tutelando i posti di lavoro. Per questo come Cisl chiederemo un tavolo di crisi al Mise e soprattutto una chiara strategia di politica industriale a livello locale e nazionale”. La prima occasione sarà quella del tavolo di crisi convocato dalla Regione Veneto per venerdì prossimo, 20 dicembre. “In quell’occasione – ha concluso Polzato – la Femca Cisl chiederà al governo e alla Regione di impegnarsi perché il patrimonio di esperienza, di dedizione e di professionalità cresciuto alla Safilo non vada disperso e rimanga all’interno del distretto”.