Fresenius, contrattazione al palo Femca, Filctem e Uiltec annunciano la mobilitazione dei lavoratori

Un’azienda in rapida crescita dove la contrattazione di secondo livello si è arenata ingiustificatamente da mesi, con un inevitabile riflesso negativo sull’organizzazione del lavoro. E’ quanto denunciano Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil a proposito della Fresenius Kabi iPsum, azienda specializzata in farmaci e tecnologie per infusione, trasfusione e nutrizione clinica, che nello stabilimento di Villadose occupa 250 persone. La Piattaforma sindacale per il rinnovo del contratto aziendale è stata inviata ad azienda e Confindustria nel settembre 2017. E questa mattina nella sede di Femca Cisl di Rovigo Enrico Rigolin di Femca, Pieralberto Colombo di Filctem e Carlo Ronzino di Uiltec hanno denunciato i continui rinvii di un’ipotesi di accordo che sembrava ormai vicinissima.
“Come segreterie territoriali – ha detto Rigolin – stiamo pensando di scrivere alla casa madre, in Germania, per denunciare la situazione di stallo. Con la contrattazione aziendale bloccata, nella busta paga di gennaio non ci sarà il vecchio Premio Presenza, istituto soppresso nel contratto nazionale, che nelle varie realtà industriali è stato nuovamente contrattato a livello locale. Inoltre mancherà il Premio di Risultato, sul quale abbiamo lungamente discusso senza raggiungere un accordo”. Nel 2018 le rappresentanze dei lavoratori hanno sottolineato più volte come gli obiettivi del Premio in discussione fossero troppo ambiziosi e di difficile raggiungimento, data l’attuale organizzazione e l’attuale organico. “Già nel 2017 – ha fatto notare Carlo Ronzino – il Premio di Risultato non è stato perché non sono stati raggiunti i parametri”. Obbiettivi irraggiungibili con l’attuale organizzazione del lavoro. “Il paradosso – ha aggiunto Pieralberto Colombo – è che la contrattazione si è fermata in un’azienda in piena crescita. Un’azienda che dovrebbe essere strutturata e nella quale troviamo un muro”.
“Un’azienda che – come sottolinea un comunicato unitario – ha dimenticato per strada alcuni indispensabili adeguamenti che tengano conto del benessere organizzativo dei lavoratori che vi operano. Basti pensare, altra problematica da tempo segnalata da Rsu e sindacato, che le zone adibite a consumare il pasto contano 60/70 posti a sedere, ormai totalmente inadeguati in una azienda in cui solo i dipendenti diretti sono oltre 250. Si tende invece ad attribuire ai lavoratori ogni difficoltà o anomalia di natura produttiva, quando invece si evidenziano da tempo problemi di organizzazione e carichi di lavoro, che finiscono per incidere negativamente anche sulla produttività e rischiano di deteriorare ulteriormente lo stato dei rapporti tra lavoratori ed azienda”.
In più, da oltre un mese si attendono ulteriori riscontri dal management, che invece continua a tacere, e questo ulteriore ritardo non fa che consolidare il dubbio dei dipendenti circa la reale volontà aziendale di giungere alla definitiva sottoscrizione di un accordo di secondo livello. “Buona occupazione, contrattazione e sviluppo delle professionalità – conclude la nota unitaria – da sempre sono le priorità della azione quotidiana sindacale, specie in aziende del settore farmaceutico appartenenti ad una multinazionale: auspichiamo che in questa direzione si possa nuovamente andare, anche a Villadose. Diversamente, non resterebbe alternativa che la mobilitazione”.