Ust Cisl Padova Rvigo verso una nuova organizzazione territoriale
E’ iniziato con un omaggio a Pierre Carniti la relazione della reggente Giovanna Ventura al Consiglio Generale Ust Cisl Padova Rovigo tenutosi ieri, 17 dicembre, alla tenuta Cartirago di Lama Polesine. L’intervento si è aperto con uno scenario di respiro europeo, riferito al quarto congresso mondiale del sindacato svoltosi nei giorni scorsi a Copenhagen, per passare ad un’analisi della situazione italiana e quindi locale. A livello nazionale, Ventura ha ricordato il grande impegno unitario che ha visto 140 attivi in tutta Italia riunirsi sulla base della piattaforma di proposte sulla manovra, dopo i quali finalmente il premier Giuseppe Conte ha incontrato i tre segretari generali Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Sono state anche richiamate le iniziative unitarie indette per domani, 19 dicembre, a Milano, Roma e Napoli.
Un impegno che si riflette anche a livello locale, con il bilancio di un anno segnato da difficoltà, ma anche da risposte positive, in un momento economico e sociale complesso. “Le federazioni”, ha detto, “ci confermano che c’è un problema di fiducia da parte degli industriali in questo territorio. Un territorio con potenzialità incredibili, confermate dalla scelta di Padova quale capitale di volontariato. Da qui al 2020 ci sarà un fiorire di iniziative nel mondo dell’associazionismo di cui la Cisl fa parte”. E’ stata quindi illustrata un’indagine su servizi forniti dalla Cisl sul territorio. “Dati fondamentali”, ha aggiunto Ventura, “per programmare una nuova politica organizzativa basata su una forte articolazione di zona. Un modello organizzativo che dovrà essere completato nei prossimi mesi. Dopodiché – ha concluso – la reggenza dovrà lasciare al gruppo dirigente lo spazio per lavorare al meglio”.
Dopo numerosi interventi, i lavori sono stati chiusi dal segretario generale della Cisl Veneto Gianfranco Refosco, con un’analisi approfondita della situazione regionale e un richiamo all’eredità di Pierre Carniti e in particolare al contratto nazionale da lui promosso che prevedeva 150 ore all’anno di studio per i lavoratori, “un momento straordinario di crescita culturale per il Paese”, e alla proposta di destinare un parte degli aumenti salariali a un fondo collettivo. “Riattualizzare il tema dell’intervento anche finanziario dei lavoratori per sostenere l’economia sarebbe un bel modo per ricordare Pierre Carniti”, ha concluso Refosco.