6 febbraio 2017: Giornata Mondiale contro le Mutilazioni Genitali Femminili
Secondo i dati più recenti pubblicati dall’Unicef, sono almeno 200 milioni le donne e le bambine, in 30 Stati di Asia e Africa, che hanno subito mutilazioni genitali femminili.
Il Parlamento europeo l’anno scorso ha stimato in 500.000 le donne e le bambine che vivono in Europa e che stanno soffrendo le conseguenze delle mutilazioni genitali femminili. 180 mila sono, inoltre. quelle a rischio ogni anno. L’eliminazione delle MGF rimane perciò un obiettivo prioritario nella strategia sullo sviluppo sostenibile dell’Unione Europea, obiettivo 5 dell’Agenda 2030.
In Italia, nonostante la legge del 2006 che vieta e persegue gli autori di tali reati, sarebbero 35.000 le donne sottoposte a queste pratiche ed oltre mille bambine a rischio.
Come Cisl siamo sempre più convinte che la sensibilizzazione e l’educazione scolastica sono le armi migliori contro questo drammatico fenomeno. Dal 2008 a oggi, infatti, oltre 15.000 comunità locali in 20 Stati hanno dichiarato pubblicamente l’abbandono delle MGF, oltre 2.000 comunità solamente nel 2015. Inoltre, 5 Stati hanno varato leggi nazionali per la messa al bando della pratica.
Finora, dunque, è stato fatto tanto ma si può e si deve fare molto di più. Si procede ancora troppo lentamente e quindi occorre accelerare in questa direzione per invertire una tendenza che in termini assoluti continua a risultare ancora in crescita.
Per questo la Cisl, insieme al Coordinamento nazionale donne, è intenzionata a proseguire la propria azione di informazione nei luoghi di lavoro avviata nel 2009 con la “Piattaforma sulla prevenzione della violenza sulle donne e i minori” e rilanciata nel 2011 con la Campagna permanente “MGF: Mutilazioni Giunte alla Fine”.
In occasione della prossima Giornata Internazionale abbiamo voluto concentrare l’attenzione soprattutto sulle bambine poiché è dalla più tenera età che molte donne iniziano a subire questo tipo di violenza: scarica qui la locandina.